L’accordo per permettere la libera circolazione al confine con la Spagna ha rappresentato il principale punto della campagna elettorale nel piccolo territorio d’oltremare del Regno Unito.

Territorio d’oltremare del Regno UnitoGibilterra è inserita nella lista delle Nazioni Unite dei territori non autonomi, e resta ad oggi ancora soggetta alle rivendicazioni della Spagna, nonostante sia stata la stessa corona di Madrid a cedere Gibilterra a quella britannica nel 1713 con il Trattato di Utrecht. Al centro del dibattito elettorale, soprattutto le questioni riguardanti la Brexit, visto che dopo l’uscita di Londra dall’Unione Europea la piccola enclave sta tentando di raggiungere un accordo con Madrid al fine di non essere eccessivamente penalizzata dai dazi doganali e in altri settori.

In carica dal 2011 come primo ministro – o meglio, capo ministro -, Fabian Picardo ha guidato negli ultimi anni le contrattazioni per regolare i rapporti di Gibilterra con l’Unione Europea. Il leader del Gibraltar Socialist Labour Party (GSLP) ha puntato proprio su questo nel corso della campagna elettorale, affermando che i colloqui sul futuro post-Brexit di Gibilterra avrebbero subito una battuta d’arresto in caso di un cambio di governo: “Pensate davvero che ciò che volete fare venerdì sia svegliarvi con una nuova squadra negoziale sul negoziato più complesso in cui Gibilterra sia stata coinvolta nella sua storia?“, ha chiesto retoricamente Picardo nel suo ultimi discorso prima dell’appuntamento con le urne.

Come detto in precedenza, Gibilterra, che condivide il suo unico confine terrestre con la Spagna, si è ritrovata in un limbo da quando il Regno Unito ha ufficialmente abbandonato l’Unione Europea, il che ha automaticamente estromesso Gibilterra da tutti gli accordi che permettevano la libera circolazione di merci e persone. Sebbene, con un accordo temporaneo, la Spagna abbia concesso il passaggio gratuito alla frontiera a lavoratori e turisti, questa decisione potrebbe essere revocata in qualsiasi momento da Madrid, il che porrebbe Gibilterra in una situazione molto difficile.

Secondo le statistiche ufficiali, il territorio britannico conta circa 15.000 lavoratori – la maggior parte dei quali europei, che costituiscono la metà della forza lavoro di Gibilterra – che attraversano ogni giorno il confine con la Spagna. Inoltre, il turismo rappresenta una fonte di entrate di primaria importanza per Gibilterra, che accoglie milioni di visitatori ogni anno, ma potrebbe subire un forte rallentamento in caso di chiusura delle frontiere.

L’obiettivo del governo Picardo è invece quello di stabilire un accordo ufficiale che di fatto incorpori Gibilterra all’interno del trattato di Schengen, come ad esempio avviene con San Marino o il Principato di Monaco. La differenza sostanziale sta nel fatto che questi ultimi due sono Stati indipendenti, mentre Gibilterra resta soggetta alla sovranità britannica. L’enclave spera dunque di raggiungere un accordo simile al protocollo sull’Irlanda del Nord concordato da Londra e Bruxelles all’inizio di quest’anno, essendo di fatto l’ultimo territorio britannico rimasto senza un accordo che chiarisca le sue future relazioni con l’UE.

Al contrario, l’avvocato Keith Azopardi, leader dell’opposizione sotto l’egida dei Gibraltar Social Democrats (GSD), ha fortemente criticato Picardo per non essere ancora riuscito a raggiungere un accordo, promettendo che il suo partito avrebbe raggiunto un accordo “sicuro e vantaggioso“. Evidentemente, però, la strategia di Azopardi non ha portato i suoi frutti, visto che, seppur di appena 3.400 voti, la coalizione guidata da Fabian Picardo ha ottenuto un nuovo mandato alla guida del governo locale.

Secondo i numeri ufficiali, il GSLP di Picardo ha conquistato sette dei diciassette scranni che compongono il piccolo emiciclo, ma ha comunque mantenuto la maggioranza assoluta grazie al sostegno del Liberal Party of Gibraltar (LPG), con il quale forma l’Alliance, che ha eletto due deputati. Al contrario, i GSD di Azopardi, nonostante un incremento di due seggi, si sono fermati a quota otto rappresentanti, un numero insufficiente per strappare le redini del governo a colui che lo guida oramai da ben dodici anni. L’affluenza alle urne è stata superiore a quella delle due elezioni precedenti, con il 74,2% degli aventi diritto che ha preso parte al gioco elettorale.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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