In Libia, a circa 60 chilometri dalla capitale Tripoli, decine di manifestanti si sono riuniti davanti al complesso petrolifero e di gas di Mellitah – di cui la Libia è comproprietaria insieme all’italiana Eni – al fine di denunciare i «crimini di guerra» commessi dall’occupazione israeliana nella Striscia di Gaza contro i civili, che in questi giorni di conflitto continuano a morire sotto le bombe. Il gruppo di dimostranti ha chiesto allo Stato italiano di correggere la sua «infausta» posizione nei confronti degli attacchi dell’esercito israeliano e di contribuire all’invio di aiuti al territorio cinto d’assedio. «L’Italia scelga tra il petrolio e Israele», hanno urlato.

Sostenendo la resistenza armata nella Striscia, i manifestanti hanno affermato a gran voce che i palestinesi hanno il diritto di difendersi contro la “brutale occupazione”, chiedendo al contempo una netta presa di posizione internazionale e un intervento immediato contro i crimini perpetrati da Israele, che ha colpito «civili e ospedali». Le persone riunite a Mellitah si sono dette «scioccate» dall’immobilismo imputato al governo dell’Arabia Saudita di fronte all’aggressione dell’esercito israeliano ai danni dei palestinesi. A tal fine, hanno invitato il popolo delle nazioni arabe e islamiche a mettersi in marcia nelle strade delle loro città per manifestare ferma opposizione contro le azioni violente perpetrate da Tel Aviv. «Il petrolio arabo viene usato per uccidere i civili a Gaza», hanno affermato i membri del gruppo riuniti a Mellitah, che hanno invitato gli Stati produttori di petrolio ad usare il greggio come arma di pressione per fermare l’offensiva israeliana. Dichiarando, infine, che se i loro appelli non troveranno seguito alzeranno il tiro della protesta.

La stazione di compressione del gas libico di Mellitah è uno dei più importanti snodi per gli interessi italiani nel Nord Africa. Da qui infatti si diparte il Greenstream, il più grande metanodotto sottomarino del Mediterraneo, che in alcuni punti raggiunge la profondità di 1.127 metri ed è lungo 520 km. Realizzato nei primi anni del 2000, è operativo dal 2004. Esso approda in Sicilia, precisamente a Gela, e fornisce all’Europa circa 10 miliardi di metri cubi di gas all’anno (di cui un quinto va al nostro Paese).

[di Stefano Baudino]

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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