Il fronte della ferocia umana sembra aver “riaperta la storia” dalla parte peggiore del suo fluire. Di fronte al riemergere degli antichi fantasmi ogni giorno brancoliamo nel buio di una ricerca senza fine, angosciati sempre e comunque da un presunto “nuovo” che avanza, cui dare risposta, cambiando le forme della nostra azione, adattandole a quelle degli schemi dominanti, incontrando chi afferma che tutto sta cambiando e ci fa guardare dentro ai nostri fallimenti, nascondendo la realtà drammatica dell’insieme della “commedia umana” regolata da apparentemente inscalfibili rapporti di forza.

Cartesio scriveva che bisogna avere idee “chiare e distinte”: ebbene in questo coacervo di contraddizioni al riguardo delle quali fatichiamo ad individuare priorità, strumenti lotta, ricerca di soluzioni cerchiamo di ritrovare la chiarezza delle nostre nozioni di fondo: tutto si tiene e tutto si lega attorno ad un nodo, quello dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo.

Considerare la persona, un mezzo e farne oggetto di uno “scambio” da esercitarsi, in dimensione gigantesca, su tutta l’umanità: questa sembra essere la logica predominante di questa fase nella quale davvero il tutto sembra nascosto dal buio.

Tornare allora a considerare la centralità dell’umano e a muoversi di conseguenza sul terreno dell’agire politico: forse è questo il punto sul quale andrebbe ripresa una riflessione di fondo, anche per noi che intendiamo considerarci parte di chi continua a lottare perché si rifiutino le idee della supremazia nello “scontro di civiltà” e si affermi prima di tutto la ribellione morale

Di Franco Astengo

Lunga militanza politico-giornalistica ha collaborato con il Manifesto, l'Unità, il Secolo XIX,. Ha lavorato per molti anni al Comune di Savona occupandosi di statistiche elettorali e successivamente ha collaborato con la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Genova tenendo lezioni nei corsi di "Partiti politici e gruppi di Pressione", "Sistema politico italiano", "Potere locale", "Politiche pubbliche dell'Unione Europea".

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