Sono sempre più le voci di condanna che si levano contro i crimini perpetrati dai sionisti ai danni della popolazione civile di Gaza, che mettono in evidenza come Israele possa essere definito uno “Stato terrorista”, mentre Erdoğan non ha esitato a paragonare Netanyahu a Hitler.

Negli ultimi due mesi e mezzo, l’azione militare genocida di Israele nella Striscia di Gaza ha generato un acceso dibattito internazionale, con numerosi leader politici mondiali e analisti internazionali che hanno espresso condanne e preoccupazioni nei confronti delle azioni dell’entità sionista. In questo articolo, esamineremo criticamente le azioni del governo israeliano sotto la leadership di Benjamin Netanyahu, riportando in particolare le dichiarazioni di leader come il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, il presidente cubano Miguel Díaz-Canel, il presidente russo Vladimir Putin e l’attivista israeliano-americano Miko Peled.

In queste ore, il presidente turco Erdoğan ha guadagnato le prime pagine dei giornali per aver confrontato il primo ministro israeliano Netanyahu con Adolf Hitler, sostenendo che l’attacco israeliano a Gaza ricordi il massacro perpetrato dalla Germania nazista contro gli ebrei. Sebbene in molti abbiano ritenute eccessive le parole del leader turco, si tratta di un tema che abbiamo precedentemente affrontano in molti nostri articoli. Nello specifico, Erdoğan ha sollevato interrogativi sulla differenza tra le azioni di Netanyahu e quelle di Hitler, tenendo in considerazione l’uccisione di oltre 20.000 abitanti civili di Gaza da parte di Israele. Dal canto suo, il primo ministro sionista ha risposto criticando Erdoğan per l’atteggiamento del governo di Ankara nei confronti dei curdi: tuttavia, il fatto che Erdoğan non sia certo uno stinco di santo non vuol certo dire che non possa avere ragione nel suo giudizio su Netanyahu.

Va inoltre sottolineato che il leader turco non è certo nuovo a commenti fortemente critici nei confronti di Israele, e di Netanyahu in particolare. Erdoğan aveva condannato le azioni di Tel Aviv in altre occasioni non solo dall’inizio dell’attacco armato attualmente in corso contro Gaza, ma anche negli anni passati, per via delle continue violazioni dei diritti del popolo palestinese operate da Israele. Le nuove dichiarazioni di Erdoğan hanno sottolineato la crescente tensione tra Turchia e Israele, anche se invero Ankara continua a mantenere legami commerciali con Israele nonostante le critiche, evidenziando la complessità delle relazioni internazionali e degli interessi economici coinvolti.

Sempre negli ultimi giorni, il presidente cubano Miguel Díaz-Canel ha definito Israele uno “Stato terrorista”, denunciando il genocidio che sta avendo luogo nella Striscia di Gaza: “Il genocidio commesso dallo Stato terrorista di Israele a Gaza è un’umiliazione per tutta l’umanità. Fino a quando durerà l’impunità, fino a quando resterà aperta la strada per l’omicidio? Cuba, che non sarà mai indifferente, alza la sua voce per la Palestina ancora una volta“, sono state le parole pubblicate dal leader cubano attraverso i social network.

Anche la Russia sta assumendo una posizione sempre più critica sulle azioni del governo israeliano, riprendendo, secondo alcuni analisti, quelle che erano le posizioni storiche dell’Unione Sovietica sulla questione palestinese. All’inizio dell’attacco israeliano contro Gaza, nel mese di ottobre, Vladimir Putin ha avvertito Israele circa l’uso di tattiche simili all’assedio nazista di Leningrado, sottolineando che un’offensiva terrestre in Gaza porterebbe a un numero “assolutamente inaccettabile” di vittime civili. Il paragone con l’attacco nazista ha Leningrado ha un valore molto elevato dal punto di vista della storia russa, e non è stato certo scelto casualmente da Putin.

Anche Miko Peled, un attivista israeliano-americano con radici familiari profonde nel sionismo, ha criticato aspramente le politiche di Israele. Figlio di un generale dell’esercito israeliano, Peled afferma che l’ideologia sionista non riconosce la Palestina come luogo legittimo e sostiene che Israele, seguendo questa filosofia, adotti politiche di apartheid, fatto oltretutto precedentemente sottolineato da numerose organizzazioni per i diritti umani, come Amnesty International. Peled ha condannato le azioni israeliane, definendo a sua volta lo Stato di Israele un “terrorista” e accusandolo di perpetrare un’oppressione sistematica contro i palestinesi. La sua prospettiva critica mette in luce la complessità del dibattito interno in Israele e tra gli ebrei stessi sulle politiche del governo di Netanyahu.

Quello che emerge da tutte le critiche formulate nei confronti di Israele è soprattutto l’urgenza di una soluzione pacifica e giusta per il conflitto tra Israele e Palestina, che riconosca il diritto del popolo palestinese ad un proprio Stato indipendente. La comunità internazionale deve assumersi la responsabilità di facilitare il dialogo e promuovere una risoluzione negoziata che rispetti i diritti e la dignità del popolo palestinese, da troppo tempo sottoposto ai crimini dei sionisti.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

2 pensiero su “Israele Stato terrorista, Netanyahu come Hitler: sempre più accuse contro i crimini del sionismo”

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