Alessandro Ferretti

Elezione dopo elezione i progressisti perdono gradualmente i voti di quelli che vorrebbero almeno “qualcosa di sinistra” e quindi, per recuperare voti al centro, si spostano sempre più verso destra.

Tanto va il progressista a destra…

Tutto il mondo occidentale ormai conosce a menadito la teoria del male minore: “certo i partiti ‘progressisti’ non hanno praticamente nulla di progressista (tantomeno di socialista), ma bisogna turarsi il naso e votarli comunque perché altrimenti vince la destra che è ancora peggio”.

I critici di tale teoria notano che però, così facendo, elezione dopo elezione i progressisti perdono gradualmente i voti di quelli che vorrebbero almeno “qualcosa di sinistra” e quindi, per recuperare voti al centro, si spostano sempre più verso destra: così facendo perdono ulteriori voti a sinistra, quindi si spostano ancora più a destra e così via.

In quest’ottica il sottostante titolo del New York Times è molto interessante: “Trump parla poco di Gaza, e non dice nulla su che cosa farebbe di diverso”.

Quei fessi del NYT credono che un simile titolo porti acqua al mulino di Biden, ormai perseguitato dalle proteste contro il suo appoggio incondizionato allo sterminio al punto che non può più annunciare la sua presenza in in luogo pubblico senza che vengano organizzate contestazioni.

La logica è: “se pensi che votando Trump le cose a Gaza andranno meglio, ti sbagli: sarebbe uguale”.

Appunto: sarebbe uguale. In pratica, il NYT ci dice che neanche Trump, che riconobbe Gerusalemme come capitale di Israele, potrebbe fare di peggio di quanto sta facendo Biden.

La corsa verso destra si è spinta talmente in là che su un tema fondamentale come quello dei diritti umani (in particolare del più importante tra essi, ovvero il diritto a vivere) votare a destra o a sinistra non cambia né molto né poco: cambia proprio niente.

E se ci sentiamo assolti in quanto italiani, vi propongo un quiz: quali sono le differenze sostanziali di approccio verso la questione di Gaza che sono emerse tra il PD e Fratelli d’Italia?

Per togliervi dall’imbarazzo ve lo dico io: il 14 febbraio Meloni e Schlein si sono telefonate e in un attimo hanno trovato l’accordo su un’inutile mozione bipartisan che chiede un cessate il fuoco “umanitario” ma senza prevedere la seppur minima conseguenza concreta contro Israele nel caso perseveri nella strage.

Tanto va il progressista a destra...

Statene certi: alle prossime elezioni torneranno le truppe cammellate del “male minore” che ci intimeranno di votare la coalizione “progressista”.. ma, cari maliminoristi, io ve lo dico già adesso: mi spiace, ma un partito che si dice di sinistra e che si accorda con la destra per cercare di salvare la faccia (e solo quella) di fronte a un crimine epocale, io personalmente non lo voterò mai.

* Articolo dal blog di Alessandro Ferretti 

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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