Il Macron-gate (è un termine stupido, scusatemi) si arricchisce di nuovi particolari. I rappresentanti dei partiti d’opposizione sono stati convocati all’Eliseo e ne sono usciti, come diciamo noi qui nell’Iperborea, “carichi di meraviglie”. Secondo Fabien Roussel, il segretario del Partito Comunista francese, Macron ha dichiarato che “non ci sono più linee rosse, non ci sono più limiti” all’impegno francese, il tutto mentre Macron mostrava su una carta dei freccioni che rappresentavano le truppe russe in marcia verso Kiev e Odessa, ossia uno scenario “che non possiamo permettere” (e sulla possibilità che i francesi avessero intenzione di farsi un giro da quelle parti ero stato facile profeta, non ci voleva chissà che). Marine Tondelier, segretaria di “Les Écologistes”, ha riferito invece che Macron, dopo aver detto che Putin “chiaramente non ha limiti”, ha affermato che “dobbiamo dimostrargli che anche noi non abbiamo limiti”. Infine, Manuel Bompard, coordinatore del gruppo operativo nazionale di “La France Insoumise”, ha dichiarato “di essere arrivato preoccupato [all’incontro con Macron] e di essere andato via ancora più preoccupato”.
Resta da capire, al di là della risposta ovvia di Medvedev (che col suo solito stile ha detto che se la Francia non ha più linee rosse nei confronti della Russia vuol dire che la Russia non ha più linee rosse nei confronti della Francia – e non ha tutti i torti, dato che le guerre si fanno almeno in due, di solito) che cosa intenda Macron con tutti questi paraustielli (altro termine iperboreo). Sébastien Lecornu, il Ministro della Difesa francese, ha affermato che non c’è alcun progetto di mandare truppe in Ucraina, il ministro degli Affari esteri Stéphane Séjourné ha detto che al limite si tratterà di mandare personale addetto allo sminamento o alla cybersecurity, e in un’intervista al Corriere della Sera (https://www.corriere.it/esteri/24_marzo_07/dobbiamo-fermare-putin-non-far-guerra-russia-truppe-europee-kiev-non-si-puo-escludere-nulla-1acb2ca8-dcc3-11ee-9cc9-ae75d527b8c3.shtml) Jean-Noël Barrot, Ministro per l’Europa, ha dichiarato che “dobbiamo fare di tutto per impedire alla Russia di vincere questa guerra. È il senso stesso del concetto di ambiguità strategica. Ambiguità strategica significa che non sveliamo al nostro avversario che cosa faremo, ma che cosa siamo pronti a fare”, per poi parlare subito dopo anche lui solo di cybersecurity e sminamento, e soprattutto dichiarare che “il nostro imperativo è contrastare le intenzioni imperialiste del regime di Putin, non fare la guerra alla Russia”, in sintonia con Biden che, nel suo discorso sullo Stato dell’Unione di stanotte, ha sempre e solo parlato di Putin, mai di Russia (tranne un bellissimo “Putin of Russia”. Insomma, non abbiamo idea di quello che faremo ma “Putin of Russia” può star sicuro che faremo qualcosa – forse, vedremo.
Però, battute a parte, la Francia sta davvero muovendosi in senso anti-russo. Macron e Sandu (“Sandu of Moldova”, la chiamerebbe Biden) hanno firmato un accordo di cooperazione sulla sicurezza: “nei prossimi mesi” la Francia invierà una missione militare a Chisinau per addestrare l’esercito moldavo. Stesso discorso per l’Armenia, dove la Francia ha già inviato materiale militare (di qualità piuttosto scadente) e dove continua la retorica antirussa di Pashinyan, che vorrebbe lasciare il CSTO (ma si guarda bene dal farlo finché il confronto con l’Azerbaijan continua) e vuole che i militari russi lascino l’aeroporto di Zvarnots, dove si trovano a seguito dell’accordo del 1992. E a proposito di Armenia e Azerbaijan, oggi ad Ankara si sono incontrati il Ministro della Difesa turco Yashar Güler e il suo omologo azero, Zakir Hasanov, per discutere della LORO cooperazione militare e della “sicurezza regionale”. Poi Hasanov, trovandosi, ha incontrato anche il capo di Stato Maggiore turco e si è fatto un giretto per le istallazioni militari turche e qualche fabbrica di materiale bellico. Resta da chiedersi cosa farebbe la Francia se le ostilità tra Armenia e Azerbaijan dovessero riaccendersi, considerando che anche la Turchia è un membro della NATO, che l’Azerbaijan è diventato un fondamentale fornitore di gas “buono” per l’Unione Europea, e che in una guerra che coinvolgesse tutti gli attori regionali i francesi si troverebbero schierati con l’Iran. La mia opinione? Non farebbe assolutamente niente.

Francesco Dall’Aglio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy