Immagine del crollo e foto di alcune vittime
Il 14 agosto del 2018 crollava il Ponte Morandi a Genova. Il disastro causò la morte di 43 persone e l’evacuazione di altre 500 persone. Quasi sei anni dopo il disastro, va avanti il processo. Vi sono però alcune novità. Ora è ufficiale: il Comune di Genova e lo Stato italiano sono i più danneggiati dalla tragedia del Morandi e dallo sfacelo in cui sono state mantenute le Autostrade del primo tronco della Liguria. Lo ha sancito il giudice per le indagini preliminari Alessandrini che ha accettato come parti civili appunto il Comune di Genova e lo Stato e alcune amministrazioni della Valle Stura, Masone, Campoligure e Rossiglione, e Cogoleto, che però non erano dentro il processo principale per la tragedia del 14 agosto del 2018 costata la vita a 43 persone. Infuriati ed indignati per l’esclusione i cittadini dell’associazione di Assoutenti Nazionale di Furio Truzzi e del comitato Barriere Fonoassorbenti Liguria, rappresentati entrambi dall’avvocato Luca Cesareo, che per raccontare la loro rabbia per la non accettazione nel processo bis: “Pronti al ricorso alla Corte di giustizia Ue e alla Corte Europea dei diritti dell’uomo. Sono stati reclusi i diritti fondamentali dei cittadini nella loro veste di consumatori e utenti”. Molto soddisfatta Alessandra Mereu, avvocato del Comune di Genova, che rimarca come Genova abbia subito danni d’immagine e patrimoniali per i tanti disagi provocati dal crollo e dai lavori infiniti in autostrade che di fatto dal 2018 hanno isolato il capoluogo. La legale ricorda il grande lavoro svolto per convincere il giudice a riconoscere un risarcimento