di Robert Hunziker  

Vi siete mai chiesti come filosofi/economisti classici quali Adam Smith e David Ricardo considererebbero l’odierno credo della crescita economica infinita, sempre di più, sopra e oltre i tempi andati?  Beh, in una parola, sarebbero orripilati. Ricardo, analogamente al padre del capitalismo Adam Smith, credeva nel concetto di “stato stazionario” quando la terra è interamente sfruttata e il progresso materiale giunge al termine.

Questi economisti classici non sostenevano la crescita illimitata, che è il modo nel quale oggi i promotori del neoliberismo considerano il loro destino. In realtà Ricardo aggiunse la “legge dei ritorni decrescenti” alla tesi originale di Smith, che includeva l’audace menzione dello “stato stazionario”.

Beh, sorpresa, sorpresa! O forse nessuna sorpresa! Oggi Adam Smith e Ricardo sarebbero definiti eretici visto che il capitalismo si è trasformato in una convinzione universale che il genere umano è destinato all’arricchimento mediante una crescita economica illimitata. In quanto tale, è riverito il PIL; è follemente divino, una seduta spiritica trimestre dopo trimestre, prostrati su mani e ginocchia in solenne preghiera per utili, e altri utili, ed ancora altri dopo di essi!

Ma ci sono limiti e, in tal caso, che cosa succede quando sono superati?

Di fatto i limiti sono stati superati di gran lunga. Tale fatto è splendidamente esposto in crudo dettaglio nel libro di Donald Worster Shrinking The Earth [La Terra spremuta] , sottotitolo: The Rise & Decline of Natural Abundance [L’ascesa e caduta dell’abbondanza naturale] (Oxford University Press, 2018).

“Sempre, gli esseri umani incappano nei limiti della natura” (Worster, pag. 49). E’ successo nell’isola di Natucket. L’isola letteralmente avvizzì nel 1864 quando l’ultimo baleniere solitario torno quasi a mani vuote. Nei decenni precedenti i balenieri, come segugi assetati di sangue a caccia della preda, aveva superato il punto di rottura della natura. Al suo picco la flotta di baleniere contava 700 vascelli, a massacrare balene tornando a casa pieni di fino all’orlo del bottino di olio di balena, le grandi carcasse abbandonate agli spazzini del mare.

L’odierno sballo della crescita infinita, apparentemente “da Kool-Aid elettrico”, ha avuto origine dalla scoperta dei combustibili fossili, una transizione da un’economia agraria e una rivoluzione industriale alimentata da fossili ricchi di carbonio di antiche piante. Il carbone creò un nuovo ordine mondiale di imprese economiche, fornendo il 25 per cento di tutte le energie da combustibile negli anni ’70 del 1800. Il successo e la crescita dell’emergente Rivoluzione Industriale dipesero da esso.

Tuttavia, il maggiore filosofo/economista di lingua inglese del diciannovesimo secolo, John Stuart Mill, uno degli ultimi grandi economisti classici, del tipo di Smith e Ricardo, che promuoveva la liberalizzazione degli scambi e i mercati competitivi, continuava a nutrire molti dubbi, ad esempio se la crescita infinita fosse un bene per lo spirito umano.

Secondo il celebrato economista, arrivare alla fine della crescita poteva condurre a una felicità e soddisfazione più illuminate, liberando le persone da “sogni stravaganti di abbondanza materiale e incoraggiandole e cercare altre forme di realizzazione … Per contro, l’ideologia di progresso, con la sua intensa spinta alla ricchezza, stava portando a un nuovo genere di privazione. Sempre più, privava gli uomini e le donne di qualsiasi scopo morale o spirituale, lasciandoli intrappolati in una cultura di eccessivo materialismo” (pagg. 53-54). Successivamente l’affermazione di Mill si è dimostrata assolutamente profetica!

Worster accompagna il lettore attraverso gli affascinanti percorsi di Americana, cioè l’inizio del moderno movimento conservazionista ad opera dell’epocale libro di George Perkins Marsh Man and Nature [Uomo e natura] (1864), “l’uomo deve imparare a vivere entro i limiti della natura”, una precoce tromba del giudizio che rappresentò la transizione intellettuale dall’”era dell’abbondanza” all’”era dei limiti”.

Marsh sosteneva che le antiche civiltà mediterranee crollarono a causa del degrado ambientale e, naturalmente, lo fecero, così come fanno oggi più in fretta che mai! Egli vide precoci segnali spia di tendenze identiche negli Stati Uniti già a metà del diciannovesimo secolo, più di 150 anni fa. Man and Nature di Marsh, accanto a L’origine della specie di Darwin, fu considerato uno dei libri più influenti del diciannovesimo secolo.

Fu 100 anni più tardi che il pubblico in generale fu brutalmente esposto ai limiti del celebrato dogma statunitense della crescita infinita, con la pubblicazione del trattato, un vero pugno nello stomaco, di Dennis e Donella Meadows The Limits to Growth [I limiti alla crescita], campione di vendite (più di 12 milioni di copie negli anni iniziali) e libro sull’ambiente più controverso dopo la seconda guerra mondiale. “Fu il libro che lanciò l’allarme al lupo. Il lupo era il declino ambientale del pianeta ed era un lupo reale” (pag. 157).

Quel lupo, circa negli anni ’70, evidenziava l’esaurimento delle risorse naturali più che la distruzione dell’ecologia. Tuttavia, da allora, gli scienziati hanno accresciuto esponenzialmente la loro conoscenza della terra, dimostrando in tal modo i limiti a diversi livelli: terrestre, oceanico e atmosferico. “Ignorare quei limiti, avvertono, significherebbe mettere a rischio il pianeta e la vita umana” (pag. 189).

Così, gli scienziati hanno scoperto i limiti posti dai sistemi naturali del pianeta e dalla sua capacità di sostenere la vita. Oggi tali limiti spiccano un arrossato pollice pulsante: ecosistemi ecologicamente corrotti e cicli idrologici impazziti/tortuosi e pericolose concentrazioni atmosferiche di gas serra che riscaldano il pianeta, minacciando tutta la vita come mai prima in tutta la storia dell’umanità.

Nel frattempo il punto di rottura della natura è già a portata di mano negli Stati Uniti occidentali, da dove la maggior parte della coltivazione di cibo degli Stati Uniti alimenta il paese. Naturalmente nessuno suona la sirena per annunciare l’inizio ufficiale del “punto di rottura”, ma Worster è pronto nel segnalare un inquietante strangolamento in sviluppo in tutta tale regione granaio. Il cambiamento climatico, troppa CO2 generata dall’uomo che riscalda il pianeta, sta alterando cicli idrologici, specialmente negli Stati Uniti occidentali, in misura tale che la California, lo stato più florido dell’unione, potrebbe subire una caduta dal 70 all’80 per cento della sua attuale disponibilità di acqua, supponendo che il cambiamento climatico, come sta ora progredendo, prosegua, in tal modo suscitando la domanda da un milione di dollari: che cosa lo fermerà?

Ahimè, anche al punto di rottura, attraverso l’Oceano Atlantico infestato dall’acidità, avvelenato dalla CO2, e il Mediterraneo fino ai continenti orientali e meridionali, il maggior prosciugamento al mondo delle terre e delle falde acquifere sta rapidamente approssimandosi a livelli di crisi, accompagnato da tempeste di polvere sempre più frequenti che gli scienziati ritengono possano diventare l’equivalente della famigerata Dust Bowl degli Stati Uniti negli anni ’30, mentre l’incredibile prosperità storica del bacino fertile del Tigri/Eufrate si prosciuga a ritmo record. (Fonte: NASA, Earth Data, 2016).

In alternativa, la tecnologia è il termine alla moda e la modalità per un continuo martellamento a favore del credo della crescita infinita, di una crescita inarrestabile del PIL per eoni. Ma, disgraziatamente, come detto da Worster: “La tecnologia non apre immense, lucrose frontiere di risorse naturali, oceani non sfruttati pieni di pesce … o un’atmosfera ricca di ossigeno” (pag. 222).

Tutte quelle preziose risorse furono aperte nuovamente all’umanità con l’avvento famoso, o famigerato, viaggio di Cristoforo Colombo nel 1492, che aprì, nelle parole di Worster, una “Seconda Terra”, le Americhe, ai discendenti della “Prima Terra”.

La Seconda Terra, una vivace terra generosa di ricchezze, è parte integrante dell’odierno inarrestabile complesso della Terra Spremuta.  Troppo di essa è scomparso, o totalmente corrotto, con nessun luogo cui rivolgersi per un’altra grande scoperta; niente più viaggi di Cristoforo Colombo. Una Terza Terra non esiste.

Worster termina il suo libro con un capitolo intitolato ‘Viaggio d’istruzione: Fiume Athabasca’ che riassume perfettamente il tema, La Terra spremuta: “Gli scienziati hanno scoperto che sabbie bituminose di estendono sotto quasi un decimo del territorio dell’Alberta, compresa l’area dell’Athabasca… La scomoda verità è che la bonifica probabilmente non può riuscire nel corso di una vita umana, o forse per secoli … Le imprese, guidate dalla Syncrude, non possono attendere così a lungo e conservare la fiducia del pubblico, così hanno ideato una strategia che è ancora nelle prime fasi di sperimentazione. Vicino a un vecchio sito minerario in prossimità del fiume si trova un modello di bonifica umana accelerata, un ‘parco’ chiamato Gateway Hill che la Syncrude offre come prova del suo impegno e della sua determinazione a ‘restituire la terra alla natura’… Gateway Hill vanta un percorso escursionistico che serpeggia attraverso un fiorente insieme di pioppi, i primi successori della foresta boreale. Si affaccia su un lago artificiale dai contorni regolari, un vasto campo da fieno con motofalciatrici e una piccola area recintata dove sono tenuti sei bisonti da ammirare. Questo mosaico attentamente composto ha restituito la terra dalla sterilità a una pratica, ricreativa pulizia suburbana …” Fine.

Post scriptum: “La nostra opzione consiste nello scegliere i nostri limiti, o lasciare che la natura li scelga per noi”. Donella Meadows, autrice statunitense, ‘The Limits of Growth’.

Robert Hunziker vive a Los Angeles e può essere raggiunto a rlhunziker@gmail.com.

 

Da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fontehttps://zcomm.org/znetarticle/natures-breaking-point/

Originale: Counterpunch

traduzione di Giuseppe Volpe

Traduzione © 2018 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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