di Vijay Prashad e Carmen Navas Reyes – 15 ottobre 2020

L’avvocato di Guaidó – Vanessa Neumann – ha affermato che il governo venezuelano voleva gli 1,95 miliardi di dollari (ai prezzi odierni dell’oro) in modo da potersi “finanziare illecitamente”. Ma l’avvocato del governo venezuelano – Sarosh Zaiwalla – ha sostenuto che quei fondi sarebbero utilizzati dal governo per spezzare la catena dell’infezione da COVID-19 e dare sollievo a una popolazione colpita dalle sanzioni unilaterali degli Stati Uniti e da problemi causati dalla pandemia. La Banca Centrale del Venezuela (BCV) ha affermato che vuole vendere l’oro perché i fondi siano versati al Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) e per consentire all’UNDP di assistere la reazione governativa alla pandemia. Anche questo canale via UNDP è stato rifiutato da Guaidó, dal governo britannico e da Washington; non è probabile ci sia altro motivo per farlo che un desiderio di punire il popolo venezuelano nel mezzo di questa pandemia.

Denaro per medicine

Tricontinental: Institute for Social Research e l’Instituto Simon Bolivar hanno studiato l’impatto sociale di queste sanzioni molto dure imposte dall’amministrazione statunitense dal 2017. Hanno rilevato che le sanzioni primarie e secondarie hanno affamato il popolo venezuelano dei mezzi per condurre un commercio fondamentale: vendere il proprio petrolio e acquistare cibo, farmaci e materiali d’istruzione (le sanzioni primarie impediscono direttamente a cittadini e aziende del paese sanzionante di condurre qualsiasi affare con il paese sanzionato; le sanzioni secondarie impediscono a una parte terza – un paese o una società – di concludere affari con il paese sanzionato). Decine di migliaia di venezuelani hanno subito morti non necessarie a causa di questa negazione di commercio di farmaci e attrezzature mediche; ciò ha messo a dura prova il sistema economico già fragile nel corso della pandemia. Consentire queste sanzioni unilaterali da parte degli Stati Uniti  e il loro perseguimento del cambiamento di regime in Venezuela, di definire il modo in cui il Venezuela può combattere il virus e la malattia, è sconvolgente. Le “punizioni collettive”, afferma la Quarta Convenzione di Ginevra (1949) “sono vietate”.

Che cosa desidera comprare il governo venezuelano con gli 1,95 miliardi di dollari che sarebbero trasferiti all’UNDP? Secondo la ricerca del Tricontinental: Institute for Social Research e dell’Instituto Simon Bolivar, il grosso dei fonti – 600 milioni di dollari – è destinato all’acquisto di medicinali per le 400.000 persone in ospedali, per farmaci ostetrici per 550.000 donne incinta, e per medicinali per le 243 farmacie comunitarie. Poi 450 milioni di dollari sono destinati a forniture mediche monouso per 400.000 chirurgie, per 245 centri sanitari e per 3.000 pacemaker. Infine, 250.000 dollari sono stati stanziati per la fornitura di reagenti per laboratori (di ematologia e sierologia) e per parti di ricambio per vari tipi di attrezzature mediche (tra cui attrezzature per terapie radiologiche).  E’ così che il governo venezuelano – in collusione con l’UNDP – vorrebbe “finanziarsi illecitamente”.

A maggio tre relatori speciali dell’ONU hanno scritto che in Venezuela “ospedale stanno riferendo scarsità di forniture mediche, strumenti protettivi e farmaci”. Questi sono esattamente i materiali nella lista del governo venezuelano da acquistare con il ricavato della vendita delle 31 tonnellate di oro. Questi esperti – Olivier De Schutter (povertà estrema e diritti umani), Leo Heller (acqua e igiene) e Kombou Boly Barry (istruzione) – hanno affermato che, “specialmente alla luce della pandemia di coronavirus, gli Stati Uniti dovrebbero immediatamente annullare le sanzioni a tappeto, che stanno avendo un grave impatto sui diritti umani del popolo venezuelano”.

La ricerca indipendente del Tricontinental: Institute for Social Research e dell’Instituto Simon Bolivar concorre con le opinioni di questi esperti dell’ONU; le sanzioni dirette dagli Stati Uniti hanno avuto un impatto negativo sulla capacità del popolo venezuelano di prosperare ed esercitare i propri diritti umani. Le sanzioni unilaterali devono essere cancellate. In assenza di ciò noi riteniamo che le 31 tonnellate di oro nella Banca di Londra debbano essere vendute, il ricavato trasferito all’UNDP e le forniture mediche spedite urgentemente in Venezuela. Qualsiasi cosa diversa da ciò è un crimine contro il popolo venezuelano.

Questo articolo è stato prodotto da Globetrotter.

Vijay Prashad è uno storico, redattore e giornalista indiano. E’ writing fellow e corrispondente capo di Globetrotter. E’ caporedattore di LeftWord Books e direttore di Tricontinental: Institute for Social Research. E’ membro anziano non residente del Chongyang Institute for Financial Studies della Renmin University of China. Ha scritto più di venti libri, tra cui The Darker Nations e The Poorer Nations.  Il suo libro più recente è Washington Bullets, che un’introduzione di Evo Morales Ayma.

Carmen Navas Reyes è direttore esecutivo dell’Instituto Simon Bolivar di Caracas, Venezuela.

Da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Originale: https://zcomm.org/znetarticle/venezuelas-ability-to-fight-covid-19-is-badly-hamstrung-by-the-31-metric-tons-of-gold-stolen-from-its-treasury/

Traduzione di Giuseppe Volpe

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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