Keir Stramer, neo-segretario del Labour party britannico succeduto al dimissionario Jeremy Corbyn, ha annunciato la sospensione immediata del suo predecessore in seguito alla pubblicazione di un rapporto della Commissione dei Diritti Umani britannica su presunti comportamenti discriminatori di stampo antisemita nel partito.

Il regolamento dei conti nei Labour tra l’ala centrista-blairiana e quella di sinistra, vicina all’ex segretario Jeremy Corbyn, segna un deciso cambio di passo in seguito alla sospensione dello stesso Corbyn, umiliato pubblicamente e accusato di essere il responsabile di casi di antisemitismo a danno di membri di religione ebraica del partito laburista.

Secondo la Equality and Human Rights Comission (Ehrc) i vertici Labour hanno agito in modo vessatorio nei confronti delle denunce di comportamenti antisemiti ai danni di membri di religione ebraica.

La risposta di Corbyn, antirazzista al di fuori di ogni ragionevole dubbio ma mal visto da molti ambienti anche interni all’ala moderata Labour anche a causa della sua convinta militanza filo-palestinese, era stata quella di definire le accuse «esageratamente aggravate», tenendoci al contempo a sottolineare come si fosse dichiarato «sempre determinato a eliminare ogni forma di razzismo» dal partito e «dispiaciuto che ci sia voluto più tempo del dovuto».

L’occasione è stata colta al volo dal neo-segretario moderato Keir Stramer, che ha annunciato la sospensione di Corbyn, allungando la lista dei provvedimenti disciplinari a carico di tutti gli esponenti dell’ala sinistra del partito, alimentando così un vero e proprio clima da guerra civile interna ai laburisti che potrebbe ora anche riaccendere l’ipotesi di una scissione interna.

Del resto il primo atto da segretario dello stesso Stramer fu proprio quello ricostruire i ponti con la maggioranza delle potenti organizzazioni ebraiche laburiste, di orientamento ultra-moderato e spiccatamente filo-israeliane, che da tempo avevano chiesto la testa di Corbyn e dei suoi seguaci.

Sia ben chiaro, che ci sia un problema di antisemitismo interno ai Labour non è onesto negarlo, che sia da additare alla sola responsabilità di Corbyn è quantomeno scorretto, mentre quello che è certo che con questo pretesto si sta portando avanti un vero e proprio repulisti interno in quello che, prima della segreteria Corbyn, era il partito socialdemocratico più filo-capitalista d’Europa.

E dire che Il rapporto di Ehrc non attribuiva la colpa degli scandali di antisemitismo nel partito direttamente a Corbyn, ma uno degli investigatori principali della commissione, Alasdair Henderson, lo ha poi ricondotto all’ex capo. «In qualità di leader del partito all’epoca, e data la portata delle carenze che abbiamo riscontrato nell’interferenza politica all’interno dell’ufficio della leadership dell’opposizione, Jeremy Corbyn è in ultima analisi responsabile di ciò che è accaduto».

Di Nardi

Davide Nardi nasce a Milano nel 1975. Vive Rimini e ha cominciato a fare militanza politica nel 1994 iscrivendosi al PDS per poi uscirne nel 2006 quando questo si è trasformato in PD. Per due anni ha militato in Sinistra Democratica, per aderire infine nel 2009 al PRC. Blogger di AFV dal 2014

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