Creare caos per impedire l’insediamento del presidente Lula da Silva previsto per il primo gennaio: dell’esplosivo in un camion cisterna pieno di carburante nei pressi dell’aeroporto di Brasilia per creare l’inferno. L’uomo arrestato, George Washington de Oliveira Sousa, è un sostenitore di Jair Bolsonaro, il presidente di estrema destra che sul modello Trump, non ha riconosciuto la sconfitta da parte dell’ex e neo presidente progressista. Il punto di Remocontro

Brasile, un tir di benzina da far esplodere all’aeroporto e bombe dei sostenitori di Bolsonaro per impedire l’insediamento di Lula

A far scattare l’allarme è stato l’autista del camion che ha trovato l’ordigno prima che Oliviera Sousa riuscisse a farlo detonare, permettendo così l’arresto dell’uomo che è stato incriminato per terrorismo. Interrogato dalla polizia, l’uomo ha ammesso che la bomba faceva parte di un piano «per far scoppiare il caos e così impedire l’avvento del comunismo in Brasile».

Al complotto hanno partecipato altri sostenitori di Bolsonaro che dal giorno della sconfitta del presidente di estrema destra il 30 ottobre scorso hanno protestando di fronte a sedi dell’esercito chiedendo a questo di intervenire per impedire il ritorno alla guida del Paese di Lula. Il piano, ha confessato ancora Oliveira Sousa, era di piazzare almeno altre due bombe in posizioni strategiche, in modo da imporre «la dichiarazione di stato di assedio nel Paese e provocare l’intervento delle forze armate», riporta ancora il giornale Folha de Sao Paulo.

Nell’appartamento dell’arrestato, è stato trovato un vero e proprio arsenale di armi dal valore di oltre trentamila dollari. Oliveira Sousa ha affermato che a spingerlo ad accumulare questo arsenale è stato Bolsonaro che ha detto «un popolo armato non sarà mai ridotto in schiavitù». E che il piano prevedeva di distribuire armi alle persone che ancora sono accampata di fronte alle caserme per protestare.

Allarme e tensioni

L’attentato sventato ha fatto salire ulteriormente la tensione in Brasile, con le forze di sicurezza che stanno rivalutando tutte le misure di sicurezza per la cerimonia di insediamento di domenica. Intano Flavio Dino, che sarà il ministro della Giustizia del prossimo governo, ha dichiarato che «i gravi fatti di Brasilia provano come gli accampamenti dei cosiddetti ‘patrioti’ siano incubatori di terroristi». Quindi ha aggiunto su Twitter: «Non ci sarà nessuna amnistia per i terroristi, i loro sostenitori e finanziatori». Bolsonaro è avvertito. Speriamo che basti.

* Ripreso da Remocontro

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy