U.S. Army 1LT Jared Tomberlin (left) from Bravo Company, 1st Battalion, 4th Infantry Regiment gets a first hand view of the land with outgoing commander 1LT Larry Baca from Charlie Co. 1-4, on top of a ridge near Forward Operation Base Lane, Zabul Province, Afghanistan, on February 21, 2009. (U.S. Army photo by Staff Sergeant Adam Mancini / Released)
U.S. Army 1LT Jared Tomberlin (left) from Bravo Company, 1st Battalion, 4th Infantry Regiment gets a first hand view of the land with outgoing commander 1LT Larry Baca from Charlie Co. 1-4, on top of a ridge near Forward Operation Base Lane, Zabul Province, Afghanistan, on February 21, 2009. (U.S. Army photo by Staff Sergeant Adam Mancini / Released)

Pugnalare alle spalle i curdi siriani e la Turchia

Di Juan Cole

26 novembre  2017

Si presume che Trump abbia promesso al Presidente turco Tayyip Erdogan che smetterà di armare l’Unità di Protezione Popolare (YPG) in Siria.

Questa notizia arriva proprio nel periodo in cui c’è un turbinio di notizie sul modo in cui l’amministrazione Trump vuole stare a lungo termine nella Siria orientale dove 2.000 membri del personale delle forze speciali sono inseriti tra i Curdi della sinistra anarchica.

Così, se gli Stati Uniti vogliono restare inseriti tra i Curdi, perché li stanno pugnalando alle spalle per far piacere a Erdogan?

Nell’esercito dicono che ognuno vuole fare strategia, ma i veri esperti fanno logistica che è la scienza di spostare truppe, scorte e armi.

Il fatto è che le forze americane per le operazioni speciali nella Siria orientale hanno difficoltà logistiche. Il regime di al-Assad non le vuole lì ora che Daesh (ISIS, ISIL) è stato per lo più sconfitto. L’Iran, ed Hezbollah e le milizie sciite irachene non le vogliono lì. Possono essere bloccate.

Inoltre non si vorrebbero dei giovani per le operazioni speciali sul campo in un luogo così pericoloso come Raqqa (nel senso che la popolazione araba si oppone alla loro presenza) senza la capacità di tirarli fuori se qualcosa va male. Da dove decolleranno gli elicotteri?

Dalla Turchia?

Dalla Turchia. Il supporto logistico per i 2000 americani che combattono nella Siria Orientale arriva dalla base dell’aereonautica militare di Incirlik, in Turchia, che è affittata alle forze armate statunitensi.

In teoria, si potrebbero tenere gli elicotteri di base a Mosul e farli volare da lì, ma non sono al corrente del fatto che gli Stati Uniti abbiano aerei “parcheggiati” in qualche base militare vicino a Mosul. Le migliaia di membri del personale americano del commando in Iraq sono a Baghdad con del personale per le operazioni speciali vicino al luogo delle operazioni speciali in Iraq intese a debellare il Daesh, per dare consigli strategici. O, per lo meno, è quello che hanno fatto. L’ISIL sta ancora dietro a delle insurrezioni in corso in alcune città arabe sunnite, come Samarra.

Però, dato che la situazione nell’Iraq settentrionale è ancora pericolosa, si solleverebbe il problema di chi salverebbe il salvatore se si tentasse di mettere lì forze di appoggio per dare una mano alla Siria. Inoltre, ora il governo iracheno è legato a Damasco e potrebbe non permettere attività al confine se il regime di al-Assad si lamentasse con Baghdad al riguardo.

L’appoggio è, quindi, a Incirlik, e la Turchia è contenta di avere 2000 soldati americani in Siria. La Turchia ha perduto la guerra siriana e non è contenta del dominio russo e iraniano sulla Siria, che gli attivisti sunniti arabi musulmani appoggiati dalla Turchia, considerano come occupazione straniera.

Quindi per la Turchia controbilanciare il potere russo e iraniano in Siria, sostenendo una presenza di operazioni speciali americane a lungo termine, ha un senso politico.

Tranne che per una cosa.

La Turchia ha il  terrore dei Curdi?

La Turchia ha il terrore dei Curdi.

Le YPG, Unità di protezione popolare, sono una milizia indipendente, ma ha legami ideologici con il PKK,  (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) che sia la Turchia che gli Stati Uniti denotano come organizzazione terrorista. Il PKK vuole almeno una semi-autonomia per le regioni curde dell’Anatolia orientale. La Turchia considera questa richiesta una preoccupante minaccia che potrebbe finire con la divisione  del paese.

La Turchia e gli Stati Uniti dissentono circa le YPG curde siriane. La Turchi li considera proprio un’imitazione del PKK, mentre gli Stati Uniti si rifiutano di metterla nella lista delle organizzazioni terroriste.

E così, se Erdogan è furioso per il fatto che gli Stati Uniti armano le YPG curde perché pensa che le armi di media potenza che forniscono gli Stati Uniti finiranno nelle mani del PKK, perché dovrebbe continuare a permettere ai 2000 soldati per le operazioni speciali di ricevere appoggio dalla base di Incirlik?

Non dovrebbe farlo.

Perciò ha fatto pressione su Trump per fargli dire che gli Stati Uniti non forniranno armi alle YPG. Presumo che questo significhi che gli USA non forniranno loro armi medie o pesanti, non grossi pezzi d’artiglieria o elicotteri da assalto. Tutti hanno una mitragliatrice kalashnikov, non è questo il problema.

Inoltre, se le truppe statunitensi restano inserite tra i Curdi, questo è uh freno su qualunque aggregazione con il PKK per fare danni dal lato turco del confine (anche se le YPG non hanno dimostrato quelle tendenze , secondo me, comunque).

E così il compromesso è che i curdi ottengono soltanto armamenti leggeri, adesso che Daesh/ISIL è  stato sconfitto. E le truppe americane rimangono, evitando così (dal punto di vista di Ankara) una completa presa di potere russo-iraniana del paese.

Uno sviluppo  è che Trump non è molto potente con il Pentagono, e non è chiaro se il Segretario della Difesa, Jim Mattis, manterrà la promessa fatta da Trump ad Ankara. Perciò il governo turco sta chiedendo garanzie.

E che cosa succede se l’Esercito siriano arabo che non riconosce la semi-autonomia curda fa una mossa verso, diciamo, la città di Hasaka  e se i curdi non sono armati a sufficienza per respingerli?

I russi dicono che la presenza degli Stati Uniti sul suolo siriano, cui Damasco è contraria, è una forma di occupazione aggressiva. Il problema è: quanto sono sicure queste truppe  dato che in tutta quella zona sono presenti ISIL, milizie sciite e polizia segreta?

Nella foto: forze governative filo-siriane che hanno contribuito alla sconfitta dell’ Isis.

Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/stabbing-syrian-kurds-and-turkey-in-back

Originale : Informed Comment

Traduzione di Maria Chiara Starace

Traduzione © 2017 ZNET Italy – Licenza Creative Commons  CC BY NC-SA 3.0

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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