Nonostante l’exploit economico dell’ultimo trimestre, negli Stati Uniti non accenna a diminuire la diseguaglianza economica tra l’1% più ricco e il resto della popolazione: un membro dell’élite economica in un anno guadagna mediamente 26,3 volte il reddito di un appartenente al 99%, con variazioni locali che arrivano fino a 44,1 a 1 in alcuni stati. La riforma fiscale di Trump non ha fatto altro che reiterare le logiche neoliberali degli ultimi 40 anni; anche le politiche di re-industrializzazione e i dazi non hanno aumentato il potere contrattuale dei lavoratori americani, i cui salari rimangono fermi al palo quando non peggiorano, come nel primo semestre 2018 – troppo presto per vederne gli effetti? Insomma, anche a causa del mancato cambio di marcia sulla disuguaglianza dei redditi, i Repubblicani di Trump rischiano di perdere la Camera nelle elezioni di midterm.

 

di Tyler Durden, 

Secondo i ricercatori dell’Economic Policy Institute (EPI), un think tank liberale con sede a Washington, D.C., nel 2015 l’1% più ricco delle famiglie americane ha guadagnato all’incirca 26,3 volte il reddito del rimanente 99% – un incremento del 4% dal 2013.

 

Il rapporto, intitolato “La nuova età aurea: la disuguaglianza dei redditi negli Stati Uniti, per stato, area metropolitana e contea”, è stato scritto da Estelle Sommeiller, economista sociale all’Institute for Research in Economic and Social Scienses [Istituto per la Ricerca nelle Scienze Economiche e Sociali, ndt] in Francia, e Mark Price, economista al Keystone Research Center a Harrisburg, Pennsylvania, che mettono in guardia sull’allarmante tendenza nella disuguaglianza dei redditi diffusa in tutto il paese.

 

I ricercatori hanno usato gli ultimi dati pubblici per analizzare come se la sono cavata dal 1970 al 2015 l’1% più ricco e il restante 99%, per contea e area metropolitana. Questa analisi rivela la vasta e diffusa crescita della disuguaglianza dei redditi in “ogni angolo del paese”, afferma il report.

 

Quanto è iniquo il tuo stato? A seconda dello stato, chi appartiene all’1% più ricco di media ogni anno guadagna tra 12.7 e 44.4 volte più del restante 99%.

 

La crescita dei redditi del restante 99% è aumentata leggermente dall’ultimo rapporto. Comunque, il divario tra l’1% più ricco e il restante 99% nella maggior parte degli stati si sta allargando gravemente.

 

Quota di crescita del reddito che va all’1% più ricco durante le fasi di espansione economica, negli Stati Uniti e per regione – in ogni periodo, da sinistra a destra: Stati Uniti; Nord-Est; Midwest; Sud; Ovest.

 

La crescente disuguaglianza colpisce praticamente ogni parte del paese, non soltanto le grandi aree urbane o i centri finanziari”, ha detto Sommeiller. “È un problema costante in tutto il paese – nelle grandi e nelle piccole città, in tutti e 50 gli stati. Mentre l’economia continua a recuperare, i responsabili delle politiche dovrebbero fare della crescita dei redditi dei lavoratori e del tenere sotto controllo gli utili societari la loro prima priorità”.

 

 

Le principali osservazioni incluse nel report:

 

– Per stare nell’1% più ricco, a livello nazionale nel 2015 una famiglia doveva avere un reddito di $ 421.926. In 13 stati e nel Distretto di Columbia, in 107 aree metropolitane e 317 contee l’1% più ricco locale aveva una soglia di reddito più alta della media nazionale.

 

– Le soglie più alte per essere parte dell’1% più ricco dei relativi stati erano in Connecticut ($ 700,800), Distretto di Columbia ($ 598,155), New Jersey ($ 588,575), Massachusetts ($ 582,774), New York ($ 550,174) e California ($ 514,694).

– Dal 2009 al 2015, i redditi dell’1% più ricco sono cresciuti più rapidamente dei redditi del 99% in 43 stati e nel Distretto di Columbia. L’1% più ricco ha preso la metà o più di tutta la crescita dei redditi in nove stati.

 

– Jackson, in Wyoming-Idaho, è stata la zona metropolitana più ineguale, seguita da Naples-Immokalee-Marco Island, in Florida e Key West, in Florida. Le contee più ineguali sono state Teton County, in Wyoming, New York County, nello stato di New York e La Salle County, in Texas.

 

– Complessivamente negli Stati Uniti, l’1 per cento più ricco si è preso il 22,03% di tutti i redditi nel 2015. Quella quota era di 1,9 punti percentuali sotto il picco del 23,9% del 1928, che ha preceduto la Grande Depressione.

 

“Mentre il livello di disuguaglianza nel reddito differisce in tutto il paese, le forze sottostanti sono chiare. La disuguaglianza è il risultato di decisioni politiche intenzionali che allontano il potere contrattuale dai lavoratori, verso l’1% più ricco”, ha detto Price. “Per invertire questa tendenza, dovremmo attuare politiche che aumentino la capacità dei lavoratori di contrattare per ottenere salari più alti, frenare gli stipendi degli amministratori delegati e del settore finanziario e realizzare un sistema fiscale progressivo”.

 

Mentre i ricchi stanno diventando sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri negli Stati Uniti, il presidente Donald Trump su Twitter il mese scorso si è vantato dello stato dell’economia, chiamandola “la più grande” mai registrata. Ci chiediamo: a quale economia (economia finanziaria o economia reale) si riferiva?

 

“Questa è la più grande economia della STORIA dell’America, in molti modi, e il miglior momento di SEMPRE per cercare un lavoro!”, ha twittato a giugno. Ha poi reiterato il suo tweet al White Rose Garden pochi giorni dopo, quando ha detto che questa è “l’economia più forte che abbiamo mai avuto”.

Donald J. Trump

@realDonaldTrump

In many ways this is the greatest economy in the HISTORY of America and the best time EVER to look for a job!

Il pacchetto di riforma fiscale del presidente Trump, alimentato dal debito [il QE nascosto per le aziende], che avrebbe dovuto aumentare gli stipendi e stimolare le assunzioni per il 90% meno ricco, ha invece finanziato un riacquisto di azioni e dividendi, avvantaggiando gli investitori e i dirigenti aziendali rispetto al lavoratore americano. In altre parole, il presidente Trump ha permesso che la disuguaglianza dei redditi negli Stati Uniti aumentasse ulteriormente.

 

La riforma fiscale di Trump non ha portato a salari più alti per i lavoratori americani, ma in realtà ha consentito che il compenso orario medio reale diminuisse dopo che la riforma fiscale è stata approvata:

 

Non molto convincente – il compenso orario reale medio. Fonte: Federal Reserve Bank di St. Luois. Indice 2009 = 100.

 

Secondo Bllomberg, l’indice di PayScale dei salari reali indica un deterioramento accentuato nel secondo trimestre 2018:

 

Non è molto carino – variazioni dei salari reali dal 2006.

 

Mentre l’EPI avverte che la tendenza generale alla disuguaglianza dei redditi è intatta e sta peggiorando, continuiamo a chiederci perché l’amministrazione Trump continui a promuovere la propaganda economica sulla “più grande economia” di sempre. Ad un certo punto, il popolo americano si sveglierà dallo stordimento del “Make America Great Again” [Rendi di nuovo grande l’America, ndt] e si renderà conto che a guadagnarci è stato soltanto l’1% più ricco, e allora verrà inaugurata la fase della delusione. Tuttavia, si parla di una fase 2 dei tagli fiscali di Trump, come se un’altra dose della stessa politica potesse funzionare…

http://vocidallestero.it/2018/07/29/zh-la-diseguaglianza-economica-negli-stati-uniti-continua-a-peggiorare-anche-con-trump/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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