Processo Cucchi, il pm Musarò chiede di condannare a 18 anni due dei 5 imputati e chiede otto anni per il maresciallo Mandolini

Processo Cucchi-bis: il massimo sarebbe 30 anni ma il pm Musarò, al termine di una lunghissima requisitoria, ha chiesto una «pena giusta», non una «pena esemplare», «non meno di 18 anni di reclusione» per i carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro imputati per l’omicidio preterintenzionale di Stefano Cucchi. «Un fatto commesso per futili motivi, con abuso dei poteri di un pubblico ufficiale, e – l’aggravante più odiosa per la pubblica accusa – la minorata difesa di Stefano Cucchi, e la totale successiva mancanza di pentimento»: per questo Musarò ha chiesto alla Corte di «valutare l’intensità del dolo» e condannare i carabinieri. Otto anni la richiesta per «l’ambizioso» maresciallo Mandolini e 3 anni e 6 mesi per Francesco Tedesco, di cui si chiede l’assoluzione per l’omicidio – è stato lui uno dei supertesti di questo processo bis – ma per il quale Musarò chiede una condanna senza attenuanti per il reato di falso, per aver preso parte al tentativo di scaricare sulla penitenziaria la responsabilità della sorte di Cucchi. «Mandolini ha un ruolo centrale in tutti i falsi», secondo il pm Musarò, «dal primo volgare verbale d’arresto», «un falso ideato e pianificato dal maresciallo, e una condotta coerente con questo falso nei giorni successivi», dopo la morte di Stefano Cucchi, con varie annotazioni e il «famigerato ordine di servizio», quello in cui diceva “bravi!!!!” ai carabinieri coinvolti nell’arresto, e con le minacce a Tedesco per fargli seguire la «linea dell’Arma» fino a indurlo Tedesco al falso, e inoltre falsificando le informazioni su Cucchi, scrivere che fosse senza fissa dimora così da impedirgli i domiciliari e spalancargli le porte del carcere. Il muro di gomma nelle stazioni e nei comandi, descritto da Tedesco, ha «trovato – secondo il pm – riscontri imbarazzanti nel processo». «Mandolini ha inquinato le prove fino all’ultimo, una condotta ben più grave di Tedesco».

Una requistoria lunga (è iniziata già il 20 settembre) e serrata nella quale la pubblica accusa ha spiegato le cause della morte e il nesso di causalità con il «pestaggio selvaggio e vile» fino ad arrivare al depistaggio, che sarà oggetto di un ulteriore processo, da parte di altri carabinieri e ufficiali dell’Arma, come quel generale Casarsa che solo 24 ore dopo la morte di Cucchi, ha ricordato Musarò, avrebbe orchestrato «non si capisce in nome di cosa» degli «accertamenti paralleli» per montare la versione ufficiale di una morte causata da una presunta frattura pregressa alla vertebra L3 e da appioppare alle condotte omissive dei medici. Ma Stefano andava a correre ogni giorno, tre volte a settimana in palestra e praticava la boxe «quasi ossessivamente» e la sua magrezza era dovuta esclusivamente alla necessità di stare sotto i 44 kg, limite della categoria dei supermosca. «Non era magrezza patologica», non si stancherà di ripetere il pm citando medici e consulenti, smentendo di nuovo, se mai ce ne fosse bisogno, che Cucchi fosse stato sieropositivo. E se perse sei chili in sei giorni è solo «a causa del trauma subito»

Dopo la pausa il processo riprende con l’arringa di Fabio Anselmo, legale della famiglia Cucchi. [continua]

https://www.popoffquotidiano.it/2019/10/03/musaro-chiede-18-anni-per-due-carabinieri-furono-le-botte-a-uccidere-cucchi/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy