Enrico Mattei a una manifestazione della Resistenza

ENRICO MATTEI PARTIGIANO.    

Mattei nasce il 29 aprile 1906  ad Acqualagna in provincia di Pesaro da una famiglia modesta. All’indomani del crollo di Mussolini non ha dubbi su quale parte prendere. Capo partigiano dopo l’8 settembre 1943 promuove a Matelica un primo gruppo di patrioti e di simpatizzanti della Resistenza. A Milano nell’ estate ’44 rappresenta il Partito democratico cristiano (DC) nel Comando generale del Corpo Volontari della Libertà (CVL); organizzatore e dirigente delle formazioni partigiane cattoliche. Arrestato in ottobre dalla polizia fascista, evade dal carcere di Como. Apprezzato negli ambienti industriali e imprenditoriali, procura notevoli appoggi e aiuti materiali al movimento antifascista e alla Resistenza. Dopo la liberazione si impegna all’Ufficio stralcio, archivio, del CVL.

ENRICO MATTEI E L’ALGERIA.
Enrico Mattei, è stato un importante alleato della Rivoluzione Algerina, soprattutto per la fiducia che manifestò nella futura Algeria indipendente, optando per lo sfruttamento del petrolio algerino a condizioni infinitamente più giuste per i produttori di
quelle delle grandi compagnie petrolifere mondiali, che si attribuivano la parte del leone

in questo settore. Una visione strategica che Mattei ha attuato innanzitutto nei confronti dell’ Algeria; ha sempre dichiarato che non avrebbe mai accettato delle concessioni per l’ ENI nel Sahara algerino fino a quando l’   Algeria non avrebbe conquistato l’   indipendenza, liberandosi dal colonialismo francese. Durante i negoziati tra Francia e GPRA (Governo Provvisorio della Repubblica Algerina), prima e dopo l’indipendenza, Mattei consigliò la delegazione algerina perché nessuna nuova concessione di ricerca, sfruttamento o esplorazione di ricchezza mineraria, petrolio, venisse concessa. Dopo l’   indipendenza Mattei offrì per lo sfruttamento del petrolio algerino condizioni più favorevoli e giuste di quelle delle grandi compagnie multinazionali, anglo- americane. In cosa consisteva l’idea del fondatore dell’Eni Enrico Mattei? Lo schema ideato da Mattei negli anni ’60 prevedeva una stretta cooperazione nel mercato petrolifero dominato dalle grandi compagnie, sulla base di un rapporto diretto tra Paese produttore e Paese consumatore: l’Eni lasciava a queste Nazioni, infatti, il 75% degli introiti, superando la regola del 50 e 50 utilizzata fino a quel momento. La morte prematura nell’ attentato aereo del 27 ottobre 1962 non permise a Mattei di andare in Algeria dopo la pace.                         

Un giardino nel centro di Algeri è intitolato a Enrico Mattei e vi è  una targa che ricorda il suo impegno a favore del popolo algerino per la sua indipendenza.

GIORGIA MELONI E L’ALGERIA.
Lo scorso 22 e 23 gennaio Giorgia Meloni è stata in Algeria con lo scopo di attuare il Piano Mattei, che secondo la propaganda meloniana è un modello di sviluppo per l’ Africa. Si è parlato di neocolonialismo, ma se lo è, è fuori tempo massimo  e non può funzionare. L’idea della  “cooperazione non predatoria” sull’energia con il nord Africa è antistorica e un po’ razzista. Nel concreto, il piano Mattei si traduce nell’andare in paesi come l’Algeria, coprire il loro territorio di pannelli solari e portare poi l’energia in Europa, lasciando loro qualche briciola per il disturbo. A parte che non si capisce che vantaggio ci sia per l’Italia a essere un hub, cioè a far transitare per l’Italia gas diretto altrove: si vogliono più rigassificatori?
Giorni dopo Giorgia Meloni è stata in Libia, con risultati inconsistenti, visto che il paese e’ diviso. Dopo l’Algeria e la Libia quali altri paesi africani visiterà Giorgia Meloni? Il Burkina Faso per rendere omaggio a Thomas Sankara? La Republica Democratica e  Congo per rendere omaggio a Patrice Lumumba? Il Sud Africa per rendere omaggio a Nelson Mandela?
Giorgia Meloni ad Algeri rende omaggio ad Enrico Mattei:

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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