Il Partito Comunista ha superato l’11% delle preferenze, ottenendo il miglior risultato nella sua storia ultrasecolare in Austria. Un risultato importante in vista delle legislative federali del 2024.
Il Salisburghese, o Land Salzburg, è uno dei nove Stati federati che costituiscono l’Austria, storica roccaforte del Partito Popolare Austriaco (Österreichische Volkspartei, ÖVP), formazione di centro-destra che ha governato quel territorio sin dal 1945, con l’unica eccezione del periodo 2004-2013, quando a capo del Land c’era la socialdemocratica Gabi Burgstaller.
Le elezioni del 23 aprile, dunque, non hanno fatto altro che confermare il primato dell’ÖVP del governatore Wilfried Haslauer, che andava alla ricerca di un terzo mandato consecutivo. I popolari, tuttavia, hanno subito una perdita di consensi di oltre sette punti percentuali, fermandosi al 30,4% delle preferenze e a quota dodici deputati eletti, tre in meno della precedente legislatura. Essendo l’emiciclo di Salisburgo composto da trentasei scranni, questo obbligherà Haslauer a formare una coalizione con altre forze politiche al fine di mantenere le redini del governo.
I voti persi dai popolari sono finiti all’estrema destra, ovvero al Partito della Libertà Austriaco (Freiheitliche Partei Österreichs, FPÖ), che ha raggiunto il 25,7% delle preferenze, con dieci rappresentanti eletti. Mentre la leader locale del FPÖ, Marlene Svazek, reclama un ruolo di governo per la sua formazione, Haslauer sembra poco incline a questa soluzione, preferendo un partenariato con il Partito Socialdemocratico d’Austria (Sozialdemokratische Partei Österreichs, SPÖ), terzo classificato con il 17,9% dei consensi e sette deputati. La coalizione potrebbe includere anche gli ecologisti del partito dei Verdi – Alternativa Verde (Die Grünen – Die Grüne Alternative), che dispone di tre seggi (8,2%). Al contrario, escono di scena i precedenti alleati dei popolari, i liberali di NEOS – La Nuova Austria e Forum Liberale (NEOS – Das Neue Österreich und Liberales Forum), che non superano la soglia di sbarramento del 4%.
Tuttavia, la vera sorpresa di queste elezioni salisburghesi è rappresentata dal Partito Comunista d’Austria (Kommunistische Partei Österreichs, KPÖ), il partito più antico del Paese, che nei suoi oltre cento anni di storia non aveva mai raggiunto un risultato come questo: 11,7% di preferenze e quattro deputati eletti con la candidatura di Kay-Michael Dankl a governatore. Oltre a Dankl, gli altri tre comunisti eletti sono Sarah Pansy, Natalie Hangöbel e Christian Eichinger.
Mentre i comunisti sono storicamente forti in Stiria, dove vantano rappresentanti nel Landtag sin dal 2005 e governano il capoluogo Graz, nel Salisburghese il Partito Comunista aveva eletto un unico deputato nella sua storia, risalente al lontano 1945, ottenendo risultati da prefisso telefonico in tutte le elezioni più recenti. In particolare, il KPÖ era reduce da un misero 0,4% ottenuto cinque anni fa, ma questo non gli ha impedito di realizzare l’exploit. Anzi, nel capoluogo Salisburgo, i comunisti hanno ottenuto un risultato ancora più sorprendente, raggiungendo il 21,8% dei consensi e classificandosi al secondo posto tra i partiti con il maggior numero di preferenze, superati solo dai popolari.
“Mi congratulo con Kay-Michael Dankl e il partito di Salisburgo per il loro grande lavoro, che è stato premiato anche dagli elettori“, ha affermato Tobias Schweiger, portavoce federale del Partito Comunista. Il KPÖ ha fatto sapere sin dalla campagna elettorale di non essere disposto a scendere a compromessi con le altre forze politiche, e che quindi resterà all’opposizione di qualsiasi governo. Probabilmente anche questa coerenza rappresenta una delle ragioni che hanno permesso al KPÖ di ottenere un risultato senza precedenti, insieme all’inettitudine dei socialdemocratici, con una parte dell’elettorato storico del SPÖ che ha deciso di virare a sinistra.
Elke Kahr, sindaco comunista di Graz dal 2021, ha a sua volta esteso le proprie congratulazioni ai compagni del Salisburghese: “Il fatto che il KPÖ sia riuscito a entrare nel parlamento statale in un altro Stato federato non è caduto dal cielo. È il risultato di molti anni di lavoro con molto impegno personale e buone idee per la gente di Salisburgo”.
Questi risultati rappresentano sicuramente un ottimo punto di partenza per il KPÖ in vista delle elezioni legislative federali, previste per il prossimo anno. A livello federale, i comunisti mancano dal parlamento sin dal 1956, e nel 2019 ottennero solamente lo 0,7% dei consensi. Tuttavia, i recenti risultati in Stiria e nel Salisburghese lasciano pensare che il Partito Comunsta possa superare la soglia di sbarramento del 4%, o almeno ottenere un seggio in uno di questi due Länder.
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Giulio Chinappi – World Politics Blog