Abullah Ocalan giovane. Oggi ha 75 anni, di cui 24 trascorsi nell’isola carcere di Imrali, in totale isolamento.

Va  ricordato che nel 1998 a  Abdullah Öcalan, leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), fu negato l’asilo politico in Italia dal governo di Massimo D’Alema.

MINACCIA DI MORTE PER ABDULLAH OCALAN.
“Noi somministreremo un veleno che porterà alla tua morte. Anche gli insetti che si nutriranno del tuo cadavere saranno avvelenati e periranno”. È questo il tenore del messaggio ricevuto da Abdulla Ocalan, da 24 in carcere all’isola turca di Imrali. Gli è arrivato in forma anonima, tramite la posta dell’amministrazione carceraria. Le lettere dei familiari non vengono consegnate, quelle di minaccia, invece, sì. Dopo aver passato naturalmente il controllo di censura. Il fatto grave viene denunciato dal Consiglio Nazionale del Kurdistan, Salviamo la vita di Ocalan. È un appello alle istituzioni internazionali per garantire i diritti fondamentali del prigioniero politico, il Mandela curdo.
Salviamo la vita di Ocalan
Pubblichiamo il comunicato del Consiglio Nazionale del Kurdistan.
Appello urgente al Consiglio d’Europa, UE e ONU per una missione ad hoc a Imrali
9 luglio 2023
Gravi minacce alla vita e alla salute di Abdullah Öcalan
In un’intervista dell’8 luglio, Sabri Ok, membro del consiglio esecutivo dell’Unione delle comunità democratiche del Kurdistan (KCK), ha dichiarato al canale televisivo curdo Sterk TV che lettere di minaccia sono state recentemente inviate ad Abdullah Öcalan in forma anonima tramite l’amministrazione della prigione di Imrali. Oltre alla regola dell’illegalità a Imrali, queste gravi minacce costituiscono un nuovo livello di terrore psicologico nei confronti di Öcalan. Questo problema ha quindi causato grandi preoccupazioni tra noi e i milioni di curdi in tutto il mondo che sostengono Abdullah Öcalan.

Come ha affermato Mr. Sabri Ok, le recenti minacce sono state trasmesse tramite lettere anonime controllate e trasmesse sia dallo stato turco che dall’amministrazione penitenziaria di Imrali. Secondo Mr. Ok, le lettere includevano messaggi del tipo: “Noi somministreremo un veleno che porterà alla tua morte. Anche gli insetti che si nutrono del tuo cadavere saranno avvelenati e periranno”. Questo è successo in un momento in cui il signor Öcalan non ha avuto mezzi di comunicazione con il mondo esterno per circa 28 mesi.
Il leader del popolo curdo e fondatore del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) Abdullah Öcalan è stato detenuto come prigioniero politico per oltre 24 anni nella prigione turca dell’isola di Imrali, inclusi molti anni di isolamento sotto il regime dell’AKP. Le minacce più recenti devono essere prese molto sul serio poiché il signor Öcalan è già stato avvelenato nel marzo 2007. Ciò è stato successivamente dimostrato da diversi laboratori internazionali, incluso il laboratorio ChemTox di Strasburgo, sulla base di un campione di capelli del signor Öcalan. Il risultato del test ha mostrato che il livello di cromo e stronzio velenosi nei capelli del signor Öcalan era molto più alto del normale.

Soprattutto negli ultimi 28 mesi, gli avvocati e la famiglia del signor Öcalan non hanno potuto fargli visita. Anche le telefonate non sono state consentite. L’ultimo segno del sig. Öcalan è stata una breve telefonata con suo fratello il 25 marzo 2021. Sebbene gli avvocati si siano continuamente rivolti alle autorità competenti in Turchia e al Comitato europeo per la prevenzione della tortura (CPT) per poter vedere il proprio cliente, non hanno ricevuto alcuna risposta.
Questa e le suddette minacce alla sua vita hanno sollevato grandi preoccupazioni per la vita del signor Öcalan tra noi e l’intero popolo curdo. Il CPT finora ha purtroppo rifiutato di agire e non ha condiviso alcuna informazione sulla situazione nel carcere di Imrali, sebbene, secondo i criteri del Consiglio d’Europa, sia l’unica organizzazione che può visitare questo carcere in qualsiasi momento.
Alla luce della gravità delle recenti minacce alla vita di Öcalan, chiediamo al Comitato dei Ministri e all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, dell’UE e delle Nazioni Unite di organizzare una missione urgente ad hoc per visitare Abdullah Öcalan. Se ciò non è possibile, chiediamo a queste istituzioni di esercitare pressioni legali, politiche e diplomatiche sul loro Stato membro, la Turchia, per consentire una visita immediata da parte degli avvocati o della famiglia del signor Öcalan.
Consiglio esecutivo del KNK, 09 luglio 2023

Manifestazione per la libertà di Abdullah Ocalan

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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