Ricordate Jean Seberg? L’attrice statunitense, scoperta da Otto Preminger, divenne l’icona della Nouvelle Vague con il capolavoro di Jean Luc Godard ‘Fino all’ultimo respiro’. A condurla in Francia fu una recensione di Francois Truffaut sui Cahiers du Cinema:

“I suoi immensi occhi azzurri hanno un luccichio di malizia infantile… quando Jean Seberg appare sullo schermo non puoi guardare nient’altro. Ogni suo movimento è aggraziato, ogni sguardo è preciso. La forma della sua testa, la sua silhouette, la sua camminata, tutto è perfetto. Un sex appeal mai visto prima d’ora…”.

E’ doveroso ricordare oggi, nella ricorrenza del suo suicidio avvenuto il #30agosto 1979, che la bellissima attrice fu anche lei oggetto della famigerata operazione #COINTELPRO dell’FBI.

La stessa FBI successivamente dovette ammettere che i suoi agenti avevano complottato per rovinare la sua reputazione come parte del loro programma di controspionaggio, Cointelpro, autorizzato dallo stesso fondatore dell’FBI, il ferocissimo anticomunista e amico della mafia J Edgar Hoover, che ben conoscono il lettori dei romanzi di James Ellroy. Il crimine di Seberg, agli occhi di Hoover, era il suo coinvolgimento in cause politiche e il suo sostegno al Black Panther Party.

L’operazione Cointelpro, lanciata da Hoover, era volta a colpire i comunisti, la sinistra radicale, i movimenti contro la guerra e soprattutto i movimenti afroamericani. Le Pantere Nere erano uno dei bersagli principali.

Jean Seberg aveva fornito un significativo sostegno finanziario alla National Association for the Advancement of Colored People (NAACP), ai gruppi educativi dei nativi americani e alle Black Panthers, inclusa il loro programma di colazione gratuita per i bambini neri dei ghetti delle grandi città americane. Si era esposta pubblicamente a difesa di quelli che Hoover e Nixon consideravano il nemico pubblico numero 1.

Dal punto di vista dell’FBI, la Seberg essendo coinvolta nella politica radicale e sostenendo finanziariamente le Pantere Nere era un bersaglio come accadde a tanti altri, compreso John Lennon.
L’FBI oltre a fabbricare false accuse, seminare discordia, ammazzare militanti, inondare di eroina i ghetti, mise nel mirino i personaggi pubblici che sostenevano o simpatizzavano con i movimenti per screditarli o indurli a tenersi lontani dalla politica.

Per comprendere il livello a cui arrivò l’FBI nella lotta contro il “nemico interno” va ricordato che all’inizio degli anni Settanta, mentre il guru del #neoliberismo Milton Friedman, premio Nobel per l’economia, andava sentenziando che “non esiste la prima colazione gratuita”, per attaccare il programma di “breakfast gratis” per gli scolari dei ghetti che le Pantere Nere avevano organizzato in parecchie città, J. Edgar Hoover, il capo dell’Fbi, ragionò su un piano per fornire gratis la frutta al programma di prima colazione delle Pantere, ma dopo averla opportunamente avvelenata. Fortunatamente per motivi tecnici fu accantonato.

Nel 1970, l’FBI diffuse la falsa voce secondo cui Jean Seberg era incinta di un membro del Black Panther Party per “causare il suo imbarazzo” e “sminuire la sua immagine” presso il pubblico americano. Il loro piano funzionò.
Jean Seberg era una delle innumerevoli persone con i telefoni sotto controllo e pedinate. L’FBI sapeva che soffriva di tendenze alla depressione.
Dopo aver appreso che Seberg era incinta, sotto la diretta supervisione del direttore dell’FBI J. Edgar Hoover, l’agenzia inventò la falsa storia secondo cui il padre del suo bambino era Hakim Jamal delle Pantere Nere non suo marito, lo scrittore e ex-partigiano Romain Gary https://it.wikipedia.org/wiki/Romain_Gary

Il finto scoop fu lanciato dalla giornalista di gossip Joyce Haber sul Los Angeles Times, e poi messa dilagò su Newsweek e un centinaio di altri giornali, diventando un caso. Era inevitabile che alcuni editorialisti di gossip seguissero le false piste che l’FBI gli aveva messo sotto il naso.

Poche settimane dopo la pubblicazione della storia, Jean Seberg andò in overdose di sonniferi e successivamente ebbe un parto prematuro e perse il bambino. Al funerale la Seberg aprì la bara per dimostrare che la storia era una bugia e che il bambino era di suo marito.

A una settimana dal ritrovamento del corpo, l’ex-marito Romain Gary tenne una conferenza stampa per denunciare la responsabilità dell’Fbi nel crollo psicofisico della sua ex moglie.
Dopo molti anni arriveranno le ammissioni della stessa FBI.

Nel 2019 è uscito un film ‘Seberg: nel mirino’ disponibile purtroppo solo a pagamento su Amazon Prime o su You Tube:

Per saperne di più sulle Pantere Nere consiglio un libro ormai classico

Maurizio Acerbo PRC UP

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