Vincenzo Costa

I “ceti riflessivi” bloccano la circolazione del senso tra politica e realtà, con la loro autoreferenzialità, chiusi a riccio e impermeabili all’esperienza. Ma dalla loro hanno i media e l’influenza.

I “ceti riflessivi” e il problema della democrazia

È ormai evidente che i cosiddetti “ceti riflessivi” sono il problema del paese. È una sacca a cui si può raccontare di tutto, priva di memoria minima, incapace di ricordare e collegare ciò che gli è stato detto poco prima con ciò che gli viene detto ora. Non coglie contraddizioni che persino un cieco vede.

Raccontano loro la storiella X, la realtà mostra l’opposto, e loro continuano a credere alla nuova storiella che viene loro raccontata. Basta che sia un “giornale riflessivo a farlo.
Non capisce niente ma ha la spocchia del saputello. Discetta di storia e politica per categorie a priori, non conosce i fatti ma usa i controfattuali.

Non sono ceti riflessivi, ma autoreferenziali, chiusi a riccio e chiusi rispetto alla realtà. Loro se la suonano e loro se la cantano.
Impermeabili all’esperienza, pretenderebbero che la realtà si adeguasse alle loro menti illuminate.

Ma l’incapacità di apprendere dall’esperienza è il segno distintivo della stupidità.
Purtroppo la stupidità ha giornali, potere, influenza. Non può produrre nulla, ma può impedire la cosa più necessaria in questo paese: la circolazione del senso tra politica e realtà.
E dove questa è bloccata emerge una crisi del sistema nel suo complesso.

A bloccare questa circolazione sono i “ceti riflessivi”. Essi sono il tappo, l’origine della crisi della democrazia, della rappresentanza, della mobilità di idee e persone.

Le masse popolari sono anni luce più avanti di loro nella capacità di decodifica, nella percezione della realtà e della posta in gioco essenziale oggi.

Uno scollamento grave tra sistema culturale e mondo delle interazioni quotidiane, che richiede una nuova responsabilità, forse la responsabilità, e nessuna complicità con questa sacca di superbia e ignoranza.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy