Roberto Michelangelo

È successo ancora una volta: i demoni che abbattono gli angeli, la volgarità che annienta il pudore.

Sembra che a vincere sia la società costruita ad immagine e somiglianza del tecno-capitalismo, quel potere che, attraverso l’esaltazione del brutto, di ciò che è degradante, ha soppiantato la morale pubblica e trasformato le istituzioni. Perché se a Napoli un bravo ragazzo, un cornista, un eccelso e giovane musicista, cade ammazzato al suolo per mano di tre colpi di pistola inferti da un sedicenne, ecco, significa che lo Stato non c’è, non c’è più da decenni e non vuole nemmeno più tornare ad esserci. Perché lasciare girare baldanzosamente giovani criminali imbevuti di alcool e cultura gomorristica, di musica trap e ideali consumistici, tatuati e vestiti come carcerati che nemmeno la penna del peggiore sceneggiatore delle peggiori serie televisive di Netflix riuscirebbe a immaginare, ecco, se tutto ciò diventa possibile significa che lo Stato non c’è o che ha venduto definitivamente l’anima al diavolo.

Da tempo in Italia è guerra civile, una guerra che imperversa nelle coscienze, mascherata soltanto perché i soldi sul conto in banca non sono del tutto finiti. Una guerra tra Bene e Male, tra Bello e Brutto.

Giovanbattista Cutolo era un musicista raffinato, conosceva l’arte del Bello, praticava la musica per passione e per lavoro. Aveva deciso di rimanere a Napoli perché sognava un riscatto sociale, etico ed estetico per la sua città. Perché abbandonare il luogo natìo non era tra i suoi desideri, perché lui era luce eroica nelle tenebre. Un eroe abbattuto da un demone.

E voi, che ora state leggendo, voi da che parte state? Avete infine capito qual è la posta in gioco?

Siete veramente sicuri che i brutti abbiano vinto, che siano loro i più forti? Siete sicuri che il sacrificio di Giovanbattista sia vano?

E a te giovane disperato col rolex, con il crimine come unico ideale, al potere che ti sostiene e che ha costruito il tuo immaginario, a chi si gira dall’altra parte e non denunciando il tuo stile di vita si trasforma in complice, a chiunque pratichi la tua stessa subcultura. A tutti voi io dico che per quanti sfregi possiate fare al Bene e al Bello, sappiate che farete una vita da dannati. Non ci aspettiamo da voi né empatia, né rimorsi. Voi non siete umani, lo avete dimostrato ampiamente in questi ultimi anni, voi siete già oltre l’uomo, in un agghiacciante e distaccato “al di là” che non ha niente di sacro; voi siete al di là del bene e del male e avete generato un mondo in perfetta simbiosi con i vostri più infimi torpori.

Avete vinto voi, sì! Nel vostro squallido universo avete vinto voi! Vincitori dentro una realtà che vi ha già fagocitato l’anima. Tenetevelo pure il vostro mondo alla fine, noi non sappiamo che farcene: è l’Apocalisse di una società infima e mediocre. Noi parliamo un’altra lingua, abbiamo già riformulato nuovi ideali: ci rialzeremo col suono del corno di Giovanbattista nell’anima, e guarderemo finalmente di nuovo i “cieli azzurri” di Aida

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy