Ho Chi Minh, Colui Che Porta La Luce
Il 3 settembre 1969 morì ad Ha Noi Ho Chi Min. Aveva 79 anni essendo nato il 19 maggio 1890 nel piccolo villaggio di Kim Lien, distretto di Nam Dan, Viet Nam centro settentrionale. Gli venne dato il nome di Nguyễn Sinh Cung. Come da tradizione vietnamita, all’età di dieci anni cambiò il nome e fu chiamato Nguyễn Tất Thành (“Nguyễn che sarà vittorioso”). Un nome del destino. Nel 1938 in Cina prese il nome definitivo di Ho Chi Minh, Colui Che  Porta la Luce. Luce per il Viet Nam significava Indipendenza e Socialismo.
La giovinezza di Ho Chi Minh fu movimentata. Vari luoghi, Parigi, Londra, Unione Sovietica, la Cina, vari lavori e vari impegni politici. Fu anche imprigionato e rischiò la ghigliottina. In prigione scrisse poesie.
Il grande merito storico di Ho Chi Minh è stata la sconfitta del colonialismo francese e dell’imperialismo americano. Va detto che militarmente aveva a suo fianco Giap, il vincitore di Dien Bien Phu. A colonialisti e imperialisti diceva così: ” Potete uccidere dieci miei uomini per ognuno dei vostri che io uccido. Ma anche così, voi perderete e io vincerò “.
Nell’ottobre del 1954 il Viet Nam del Nord conquistò l’ indipendenza con Ho Chi Min come presidente. Il Viet Nam del
Nord ebbe un ruolo importante nella lotta contro gli americani e i loro servi vietnamiti del sud.Gli americani bombardarono il nord a tappeto, ma non riuscirono a piegarlo, anzi, qualche loro aereo fu abbattuto e i piloti furono catturati e imprigionati.
Tre mesi prima di morire Ho Chi Min scrisse il proprio testamento nel quale chiedeva dopo la morte di venire cremato e che le sue ceneri venissero fossero messe in tre urne funerarie ed interrate in cima a tre colline: una al nord, una al centro ed una al sud del paese per simbolizzare l’ unificazione del Viet Nam. Il Partito preferì conservare le sue spoglie in un sarcofago di vetro in un mausuleo di stile sovietico a piazza Ba  Dinh, dove lo stesso Ho Chi Minh proclamò l’Indipendenza del Viet Nam. La fila dei visitatori è lunga, turisti e vietamiti, per vedere il corpo del padre della patria. to in un mausuleo di stile sovietico a piazza Ba Dinh,  dove fu proclamata l’indipendenza del Viet Nam del Nord.Vicino al mausoleo vi è un’iscrizione che dice NƯỚC CỘNG HÒA XÃ HỘI CHỦ NGHĨA VIỆT NAM MUÔN NĂM, la cui traduzione è Repubblica Socialista del Viet Nam, per sempre. Quello che Ho Chi Minh voleva. Moltissimi vietnamiti e anche stranieri visitano ogni giorno il mausuleo per vedere Ho Chi Minh. il Padre della patria, imbalsamato.
Ho Chi Minh amava rivolgersi ai vietnamiti in modo fraterno, amichevole, tanto che veniva chiamato Bac Ho, Zio Ho.
In suo onore Sai Gon, la città più grande e importante del Viet Nam, è stata chiamata Ho Chi Minh City.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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