Il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento ha negato l’aula per lo svolgimento della conferenza “Il diritto di boicottare Israele”, che avrebbe dovuto svolgersi oggi e ospitare l’attivista per i diritti umani Stephanie Westbrook, da anni impegnata nel movimento BDS – Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni. Il Dipartimento avrebbe infatti strumentalizzato un articolo del regolamento interno, che vieta la concessione di spazi per iniziative politiche o sindacali, allargandolo a “una qualsiasi iniziativa politica” promossa all’interno dell’Università. Tuttavia, denunciano gli studenti, 9 anni fa la stessa Westbrook era stata ospite di un ciclo di incontri della rassegna “Occupare un territorio”, che avevano in oggetto i medesimi argomenti ed erano organizzati da un’associazione che aderiva alla campagna BDS.

“Nonostante la ricerca di spiegazioni e chiarimenti, l’Università ha deciso semplicemente di smettere di rispondere – hanno denunciato i membri del Centro Sociale Bruno, in protesta contro la decisione del Dipartimento -. Unitn, in mezzo ai suoi ipocriti poster celebrativi della stagione del ’68, dimostra tutta l’arroganza di un ente sempre più asservito agli interessi di pochi e alla logica dell’università-azienda, che mette al bando ogni forma di pensiero critico proprio nel dipartimento che lo dovrebbe coltivare”. Gli attivisti attaccano direttamente il Magnifico Rettore Flavio Deflorian, evidenziando come egli sia “membro del Comitato scientifico della Med-Or, la fondazione istituita dalla fabbrica di morte Leonardo S.P.A per intrecciare sempre più il sapere scientifico all’industria bellica” e sottolineando quanto sia “preoccupante” constatare “come negli ultimi anni il livello di collaborazione dell’ateneo trentino con la Leonardo sia diventato sempre più stretto, arrivando addirittura all’istituzione di interi dottorati in partnership con l’azienda che in questo momento si sta arricchendo grazie alla fornitura degli armamenti che Israele sta utilizzando per commettere un genocidio a Gaza”. Chiudono i componenti del collettivo: “Oggi l’università di Trento ha deciso da che parte stare. La nostra, l’abbiamo ribadita da tempo: sempre dalla parte degli oppressi, con tutte le forze in contrasto agli oppressori. Se l’università vuole silenziare un movimento legittimo, sta a noi amplificarlo e renderlo visibile il più possibile”.

La rete BDS, nata nel 2005, coordina una campagna di boicottaggio verso Israele che si sostanzia, in particolare, nell’invito lanciato ai consumatori a non acquistare prodotti di una precisa lista di marchi. La finalità è quella di rendere l’occupazione economicamente insostenibile e contribuire in maniera attiva alla sua fine, potendo così ambire al riconoscimento dei diritti fondamentali del popolo e dei profughi palestinesi in nome del principio di uguaglianza. I punti dell’azione sono chiari: smettere di comprare i prodotti israeliani e le merci che arrivano dai territori occupati palestinesi, esercitare pressioni nei confronti di istituzioni e aziende perché smettano di investire in banche e compagnie israeliane e spronare i propri stati a emettere sanzioni contro Tel Aviv.

[di Stefano Baudino]

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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