Francesco Cecchini

CARTA DI IDENTITA’.   

Titolo: Dei nostri fratelli feriti.                                      

Autore: Joseph Andras                                             

Editore: Fazi Editore                                                

Pagine: 140                                                                      

Prezzo: 16 euro

Poi il gallo ha cantato

Stamattina hanno osato                                                        

Hanno osato assassinarti (anonima resistente della guerra di liberazione algerina)

Fernand Iveton è ricordato in Algeria. A Orano c’ è una Rue Fernand Iveton, ad Algeri ogni 17 febbraio, anniversario della sua morte, nel cimitero di Bologhine,  dove è sepolto, molte persone tra cui vari mujaheddin del Fronte di Liberazione Nazionale gli rendono onore.

https://www.youtube.com/watch?v=xffcsUPacms

Il romanzo di Joseph Andras, con una scrittura tagliente, efficace, racconta la sua storia. Una storia che inizia con le torture che subisce e termina con il suo ghigliottinamento. Fernand Iveton ha deposto un bomba in un locale abbandonato di una fabbrica, dove nessuno va. E’ un atto di sabotaggio senza morti.  Fernand Iveton, operaio comunista, militante anticolonialista non voleva morti. Aveva criticato gli attentati al Milk Bar, a La Cafétérie e altrove, perché avevano ucciso donne e uomini innocenti. Emerge una differenza importante tra il Fronte di Liberazione e il Partito Comunista Algerino, che non voleva una lotta armata indiscriminata. Joseph Andras racconta con precisione la sequenza degli eventi, intrecciando il presente del militante arrestato e il suo passato, compreso l’incontro con colui che diventerà sua moglie e continuerà a sostenerlo fino alla fine. La prosa è sobria, amara, senza. La descrizione delle torture terrifica, ogni colpo è raccontato con precisione. Così il breve racconto del ghigliottinamento. Non c’era obiettivamente alcun motivo per condannarlo a morte, le circostanze attenuanti erano ovvie. Il militante comunista aveva sposato una causa ma non aveva versato sangue. Doveva essere soddisfatto uno spirito di rappresaglia contro la guerra di liberazione algerina. La Francia colonialista doveva dar prova di fermezza. Il rifiuto della grazia presidenziale distrusse le ultime speranze. René Coty e François Mitterrand ipocritamente dichiararono che la giustizia doveva fare il suo corso. Fernand morì pour l’example, vittima della ragion di stato. Un simbolo, un capro espiatorio la cui esecuzione rimane ancora oggi una vergogna per la Francia.

Fernand Iveton è stato assassinato e Joseph Andras con questo racconto storico lo vendica colpendo la Francia coloniale e suoi responsabili il presidente René Coty e il ministro della giustizia François Mitterrand che crudelmente gli negarono la grazia. Dei Nostri Fratelli Feriti è un grande tributo a Fernand Iveton, con una scrittura di una maestria sconcertante. Un primo grande romanzo.

Di Joseph Andras vi sono poche notizie. Nato nel 1984, vive in Normandia e ama viaggiare. Alla domanda postagli in un intervista all’ Humanité di un anno fa: “Un mistero aleggia intorno a te. Stai lontano dai media e ti rifiuti di apparire in pubblico. Perché tale discrezione? Le cattive lingue potrebbero biasimarti per un piano di marketing ben oliato …” Joseph Andras ha così risposto:” Non c’è il minimo mistero, solo divagazioni di giornalisti male ispirati. Un panettiere fa i grissini, un idraulico ripara i tubi, uno scrittore scrive: è così semplice. Tutto è nel libro, non vedo davvero cosa dovrei aggiungere di più. È un testo che propongo, è quindi di letteratura che si deve parlare e della guerra d’Algeria.Tutto il resto è, ai miei occhi, nient’altro che rumore e agitazione…” Notevole è la motivazione con la quale ha rifiutato il Premio Goncourt Opera Prima 2016: ” La competizione, la concorrenza e la rivalità sono per me nozioni estranee alla scrittura e alla creazione.”

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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