L’amministrazione Trump ha dichiarato mercoledì scorso di aver reinserito Cuba nell’elenco dei paesi che non cooperano per contrastare il terrorismo, riportando le relazioni allo stato precedente all’amministrazione Obama e aggiungendo un ulteriore tassello nell’escalation di tensione tra il gigante statunitense e la piccola isola comunista.

Il Dipartimento di Stato americano ha giustificato la decisione con il rifiuto da parte di Cuba di assecondare la richiesta della Colombia di estradare i leader del gruppo ribelle ELN, che si trovano attualmente sull’isola, dopo che questi avevano rivendicato un attacco a un’accademia di polizia di Bogotà nel gennaio 2019 che ha ucciso 22 persone.

I leader dell’Esercito di liberazione nazionale (ELN), il più grande gruppo di guerriglieri attivi in ​​Colombia dopo la deposizione delle armi da parte delle FARC, si erano rifugiati all’Avana come previsto dai negoziati di pace che si sono poi interrotti sempre a gennaio dello scorso anno.

Cuba, dal canto suo, ha sempre dichiarato di voler rispettare i protocolli dei colloqui che ha ospitato, secondo i quali dovevano essere fornite garanzie ai leader della guerriglia per poter tornare nelle aree montuose o nella giungla della Colombia senza correre il rischio di subire dagli attacchi militari per un periodo concordato.

Il Dipartimento di Stato americano non ha voluto rispondere alla Reuters alla domanda se questa mossa fosse un primo passo verso il reinserimento di Cuba all’elenco degli Stati che sponsorizzano il terrorismo (SSOT), che comporterebbe sanzioni ancor più severe.

Le due liste sono in realtà fortemente sovrapponibili, anche se questa decisione nell’immediato non avrà alcun impatto pratico dal momento che Cuba non importa armi dagli Stati Uniti. Cuba venne depennata dalla lista degli Stati non-cooperanti dall’allora amministrazione di Barack Obama nel 2014, in una fase di storica ripresa delle relazioni diplomatiche tra i due paesi.

Il direttore generale del Ministero degli Esteri cubano, Carlos Fernandez de Cossio, ha dichiarato su Twitter che Cuba è stata a lungo vittima di “atti terroristici commessi dal governo degli Stati Uniti o con la sua complicità”. Lo stesso attacco con la pistola alla sua ambasciata a Washington due settimane fa, in cui nessuno è stato ferito, viene considerato da Cuba come un attacco terroristico, anche se secondo tribunale americano l’attentatore era un soggetto affetto da disturbi psichici.

Di Nardi

Davide Nardi nasce a Milano nel 1975. Vive Rimini e ha cominciato a fare militanza politica nel 1994 iscrivendosi al PDS per poi uscirne nel 2006 quando questo si è trasformato in PD. Per due anni ha militato in Sinistra Democratica, per aderire infine nel 2009 al PRC. Blogger di AFV dal 2014

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy