Salutiamo con sollievo le dimissioni di Draghi, un presidente che non ci mancherà. Non siamo tra quelli che si strappano le vesti per il presunto salvatore della patria.
Il bilancio del suo governo è fallimentare come il complesso di una carriera costruita con la svendita del nostro paese e poi lo strangolamento della Grecia.
Anche nella scelta di dimettersi evidenzia la solita malcelata arroganza e il suo disprezzo per la democrazia costituzionale. Già è accaduto che altri partiti – Lega e Italia Viva – non votassero importanti provvedimenti. Perché non si è dimesso allora? Evidentemente ora usa M5S come scusa per lasciare.
La caduto del governo della guerra è una buona notizia. Rimangono i problemi che il governo Draghi non ha voluto affrontare: carovita, precarietà del lavoro, bassi salari, crescita della disuguaglianza e della povertà, questione ambientale, mancato rilancio del settore pubblico a partire da sanità e scuola. Il M5S ora sia coerente e rompa col Pd che è il partito più guerrafondaio e draghiano.
Il casus belli è stato l’inceneritore di Gualtieri su cui si è compattata tutta la coalizione di governo.
Ma va ricordato che Draghi e Orlando hanno di fatto detto no a salario minimo.
Lavoriamo per un’alternativa popolare e pacifista a questa classe dirigente che ha impoverito il paese e ci ha portato in guerra.

Maurizio Acerbo Prc

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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