Paolo Arigotti 

In un episodio del podcast “Storie di geopolitica”, che risale a più di un anno fa, si è parlato a fondo dell’estrema destra ucraina[1]. Tra le forze in questione spicca il battaglione Azov (oggi reggimento Azov)[2], salito agli onori delle cronache nell’ultimo anno per via dell’impegno nelle operazioni belliche contro la Russia. Il reggimento, inquadrato nella guardia nazionale dell’Ucraina dal 2014[3], svolge compiti militari e di polizia. E non è il solo presente in Ucraina, essendo affiancato da altre formazioni paramilitari, come il battaglione Aidar o il reggimento Dnipro-1, tutti inquadrati nelle forze ufficiali del paese[4].

Se c’è un elemento che accomuna questi gruppi è l’ideologia fortemente nazionalista, della quale i rispettivi componenti non hanno mai fatto mistero[5], a cominciare da simbologie che richiamano all’estrema destra e alla figura di Stepan Bandera[6], il leader dei nazionalisti ucraini durante la Seconda guerra mondiale. L’emblema di Azov recava, tra gli altri, la runa Wolfsangel, la stessa a suo tempo adottata da un battaglione delle SS[7]. Bandera in un primo momento giurò fedeltà a Hitler e per questo fu accusato di aver collaborato coi nazisti in operazioni criminali, come lo sterminio degli ebrei, salvo poi rivoltarsi contro i tedeschi quando comprese che non avrebbe ottenuto l’obiettivo dell’indipendenza dell’Ucraina, allora parte dell’Unione Sovietica. L’adozione di una simbologia chiaramente filonazista è stata denunziata, tra gli altri, in diversi servizi e inchieste curati dai reporter indipendenti Giorgio Bianchi[8] e Vittorio Rangeloni[9]. Per completezza, giova ricordare che accuse di filonazismo e crimini di guerra sono state rivolte anche contro la milizia russa Wagner[10].

L’estrema destra non è estranea al panorama politico ucraino: basti ricordare come nel 2012 la formazione Svoboda – che prese parte al movimento di Piazza Maidan del 2014 – aveva ottenuto alle elezioni un ragguardevole 10 per cento dei voti, salvo poi precipitare al 2 nel 2019; lo stesso Azov ha il suo referente politico nel Corpo nazionale. Nel tempo sono state diverse le inchieste giornalistiche che se ne sono occupate: una per tutte quella del quotidiano italiano La Stampa del 2014[11], che sottolineava come il peso politico di queste forze andasse ben al di là delle percentuali elettorali[12]. Estremismi ideologici a parte, le formazioni paramilitari sono state accusati di crimini e abusi, denunziati tra gli altri da Amnesty International[13], finendo a suo tempo anche sotto la lente del Dipartimento americano per la giustizia[14];  e non dimentichiamo la strage di Odessa del 2014, oggi definita “incendio” da un noto portale online[15]. Un documentato resoconto sulle loro attività e l’influenza politica è contenuto nel libro inchiesta “Perché il conflitto è NATO” del giornalista Francesco Amodeo[16].

Il problema è che tutto questo sembra essere, in un certo qual modo, passato in secondo piano con l’inizio dell’invasione russa (o operazione militare speciale, come la chiamano a Mosca). Da quel momento in poi si è assistito – nel mainstream italiano e non solo – a una sorta di rivisitazione dell’immagine di queste forze, a cominciare dal reggimento Azov. Non sono mancati, in particolare, servizi e interviste, dove i suoi membri venivano dipinti come combattenti per la libertà e dediti alla lettura di Kant[17]. Giusto per rendere l’idea di alcuni personaggi, nel 2010 Andriy Biletsky – il primo comandate del Battaglione Azov e poi tenente colonnello della Guardia Nazionale, oltre che parlamentare ucraino – individuava tra i compiti del suo paese quello di “…guidare le razze bianche del mondo in una crociata finale contro gli Untermenschen (i subumani in gergo nazista) guidati dai semiti”. Siamo consapevoli che in guerra la prima vittima è la verità, così come del fatto che la propaganda è una delle armi impiegate in qualunque conflitto, ma spingersi oltre una certa linea[18] ci sembra onestamente eccessivo[19], se non fuorviante. Se persino la CNN è stata costretta ad ammettere che “il battaglione (Azov) ha una storia di tendenze neonaziste, che non sono state del tutto estinte dalla sua integrazione nell’esercito ucraino”, imputazioni sempre rispedite al mittente da Kiev, qualche domanda sarebbe il caso di farsela[20].  

Tuttavia, oggi non vogliamo tanto soffermarci sull’esistenza di queste formazioni, un dato di fatto che sarebbe impossibile contestare, quanto sulle connessioni, per nulla ipotetiche, tra le forze di estrema destra presenti in diverse parti del pianeta, alle quali ha dedicato una lunga e interessante inchiesta L’Indipendente[21], definendola una vera e propria “internazionale nera”. Il quotidiano ripercorre, citando numerose fonti e riferimenti, l’esistenza di una rete internazionale che collegherebbe l’estrema destra ucraina (come Azov o Pravi Sektor) con organizzazioni e/o formazioni presenti in numerosi paesi, come Stati Uniti, Canada, Brasile, Hong Kong, Israele, e persino Italia. Tra gli obiettivi dei promotori di questa “internazionale nera” figurerebbe la realizzazione della cosiddetta “rivoluzione conservatrice mondiale”, in pratica la presa del potere, approfittando dell’addestramento e delle risorse militari ottenute grazie agli aiuti occidentali all’Ucraina, stimati già nei primi mesi del conflitto in diversi miliardi di dollari [22].

Sappiamo bene che  esistono opinioni molto diverse, se non diametralmente opposte, circa la correttezza del sostegno militare (occidentale) all’Ucraina, ma il fatto che tali aiuti possano essere distratti per finalità del tutto estranee al conflitto potrebbe e dovrebbe suscitare più di una perplessità; e questo senza trascurare, ne parliamo solo per incidens, quegli ulteriori filoni d’indagine giornalistica che hanno documentato l’esistenza di un traffico di armi ucraine diretto verso altri paesi[23], come quelli dell’africa subsahariana, certificando così un’altra delle piaghe che affliggono, da molto prima del febbraio 2022, il paese ex sovietico: la corruzione[24].

Tornando alla presunta (fino a un certo punto) rete intercontinentale dell’estrema destra, un ruolo di primo piano lo avrebbe svolto una certa Olena Semenyaka[25]: si tratta di un’attivista nazionalista ucraina, considerata una sorta di ideologa ufficiale dell’estrema destra. Fu lei a fondare il Movimento Reconquista (e l’omonimo canale YouTube[26] che in epoca di censure mediatiche, forse, qualcuno si è dimenticato di “controllare”), il cui nome evoca un chiaro riferimento storico alla cacciata dei musulmani dalla penisola iberica, portato a termine nel 1492. Senza entrare troppo nel merito degli scopi del movimento, si farnetica di una nuova e grande alleanza (chiaramente targata destra) dell’Europa orientale, per contrastare il nemico russo, una sorta di riedizione dell’Intermarium in salsa estremista, che si propone una terza via, alternativa al modello occidentale e globalista, come pure all’altro blocco in via di formazione. Tra i “meriti” della brillante ideologa – tra i cui riferimenti troviamo l’immancabile Bandera – l’aver intessuto una serie di importanti legami con vari movimenti e formazioni nazionaliste ed estremiste in giro per l’Europa, e non solo; a uno degli ultimi convegni ha preso parte anche l’italiano Alberto Palladino di CasaPound.

Sia ben chiaro che il progetto originale dell’Intermarium, inteso storicamente come una rete di alleanze tra diversi paesi dell’Europa centrale, orientale e balcanica, non ha nulla a che vedere con quello promosso dalle estreme. L’iniziativa dei tre mari, della quale magari parleremo un’altra volta, coinvolge vari paesi europei (Austria, Bulgaria, Croazia, Cechia, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Slovacchia, e Slovenia); tra i progetti di cui si è parlato ultimamente quello di una riedizione della confederazione polacco-ucraina, approfittando del fatto che già oggi Varsavia ospita nel suo territorio milioni di profughi di Kiev.

Per quanto fascismo e nazismo siano fenomeni nati nel vecchio continente, sarebbe un errore pensare che movimenti o formazioni che si ispirino a queste ideologie siano presenti unicamente sul suolo europeo. Sembra esserne consapevole lo stesso Segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, che in occasione del suo intervento per l’apertura della 46ª sessione del Consiglio delle Nazioni Unite sui diritti umani a Ginevra (2021), ha dovuto riconoscere l’esistenza, in America come in Europa, di gruppi, tra loro collegati, che si richiamano a filoni come il suprematismo bianco, il nazionalismo estremista e il terrorismo di matrice etnica, esortando tutti i governi a un impegno congiunto contro queste derive [27]. Per la verità, non sembra essere particolarmente in linea con l’invito di Guterres il politico canadese Stephen Harper[28], esponente del partito conservatore, che nel 2020, prendendo parte alle celebrazioni per i settant’anni della lega ucraina canadese, un’organizzazione pare legata ad ambienti estremisti, si era rivolto al pubblico col saluto degli estremisti ucraini di Bandera: “Slava Ukraini!” (“Gloria all’Ucraina!”)[29].

Come anticipato, nel quadro del conflitto iniziato (forse) a febbraio 2022, il sostegno incondizionato offerto a Kiev dal cosiddetto Occidente, a cominciare dall’Italia, ha portato a una sorta di ridimensionamento del ruolo e del potere delle formazioni estremiste presenti in Ucraina. Il problema è che una simile operazione, comprensibile – ma non per questo giustificabile – nello scenario conflittuale, potrebbe rivelarsi un gravissimo sbaglio, richiamando alla memoria molti degli errori a suo tempo commessi col movimento di Hitler. Tralasciando il “mantra” del filo-putinismo, riprenderemo le parole di Efraim Zuroff, membro del Simon Wiesenthal Center, che parlando del battaglione Azov[30], il cui addestramento è stato curato (anche) dal governo canadese, disse che: “Non c’è dubbio che ci siano neonazisti in diverse forme in Ucraina, sia che si tratti del reggimento Azov o di altre organizzazioni. Non è propaganda russa, tutt’altro. Queste persone sono neonaziste. C’è un elemento di estrema destra in Ucraina ed è assurdo ignorarlo”.

Alcuni di questi scenari non sono estranei neanche agli Stati Uniti. Commentando l’arresto dell’italiano Luigi Antonio Pennelli, accusato di terrorismo internazionale e propaganda ed istigazione all’odio e alla discriminazione su base etnica, il quotidiano Il Riformista[31] ne ricordava la militanza nell’organizzazione terroristica suprematista statunitense The Base, che si proporrebbe tra l’altro di “accelerare la caduta del governo degli Stati Uniti, incitare una guerra razziale e stabilire uno stato etnico bianco”, assoldando online sempre nuovi adepti. E la preoccupazione per il crescente estremismo non è solo di questi giorni. Nel 2019 alcuni membri del Congresso USA proposero di inserire Azov nella lista delle organizzazioni terroriste[32], mentre alcuni esperti hanno parlato della responsabilità di Washington per l’attuale caos ucraino, avendo “… deliberatamente spinto il potere neonazista[33]. Nel 2017, ricorda ancora L’Indipendente, l’FBI scoprì una rete di estremisti che avrebbe avuto rapporti con ambienti dell’estrema destra ucraina ed europea, compresa la nostra famosa Olena Semenyaka, dando conto di una sorta di gemellaggio e di un addestramento congiunto tra ucraini e “colleghi” statunitensi. E ancora si ricorda un gruppo chiamato Atomwaffen Division (AWD), nato negli USA, ma operativo in diversi paesi, tra i quali l’Italia[34]. Nella rete dei rapporti internazionali della Azov rientrerebbe anche il Nordic Resistance Movement (NMR), nato in Svezia ma operativo in tutto il Nord Europa, messo fuori legge da diversi governi scandinavi.  

E veniamo a Israele. Nel 2018 più di 40 attivisti per i diritti umani fecero ricorso all’Alta Corte di Giustizia affinché ordinasse la fine dell’esportazione di armi verso l’Ucraina, nel timore che queste ultime finissero nelle mani delle forze estremiste e filonaziste. Fu in quell’occasione che Efraim Zuroff[35], che abbiamo già incontrato e che dirige l’ufficio di Gerusalemme del Simon Wiesenthal Center, definì la nomina di Vadym Troyan, scelto come capo della polizia per la regione di Kiev (poi divenuto vicecapo della polizia nazionale) un pericolo per la locale comunità ebraica. In effetti, è da quando è iniziato il conflitto, che abbiamo costantemente ascoltato un’obiezione sollevata da coloro che contestano le presunte influenze estremiste sul governo di Kiev: le origini semite del presidente Volodymyr Zelensky[36] e il fatto che tra i suoi maggiori sostenitori figura un ricco oligarca, Ihor Kolomoyskyi, a sua volta cittadino israeliano (oltre che ucraino) ed ebreo. Tuttavia, l’apparente contraddizione vale solo per chi si voglia fermare alla superficie. È verissimo che tanto Zelensky, quanto Kolomoyskyi siano di origine ebraica, ma lo è altrettanto che il miliardario sia stato accusato di essere tra i maggiori finanziatori delle milizie neonaziste, compreso il famigerato Azov[37], oltre che sospettato di diversi episodi di corruzione. Simili dinamiche non dovrebbero stupire più di tanto: basterebbe dare un’occhiata al video di Nova Lectio dedicato ai finanziatori del nazismo[38] o al volume dello storico israeliano Tom Segev, intitolato “Il settimo milione”[39], per comprendere tante cose. E poi, restando in Israele, la recente svolta a destra della politica israeliana, culminata nel 2018 con la sua proclamazione quale casa nazionale del popolo ebraico, non milita certo a favore di una maggiore moderazione su questioni etniche o nazionali.

Tra coloro che si sono arruolati nelle legioni straniere combattenti in Ucraina troviamo anche dei cittadini del Brasile[40], paese che, stando ad alcune ricerche, avrebbe visto negli ultimi anni l’acutizzarsi dell’estremismo di destra, che sarebbe stato favorito dall’elezione di Jair Bolsonaro alla presidenza. Inoltre, è stato ipotizzato che esponenti dell’estrema destra ucraina avrebbero fomentato le proteste indipendentiste di Hong Kong contro il governo cinese.

Ora, è chiaro come non sia una novità l’esistenza di organizzazioni estremiste, al pari di una rete di contatti internazionali, volta a favorire disegni eversivi. Tuttavia, liquidare così la questione, rifacendoci alle parole del segretario generale dell’ONU, sarebbe riduttivo, se non pericoloso. Come non tener conto delle ramificazioni esistenti, come del flusso imponente di armamenti, del quale non sempre è chiara la destinazione finale. Chiaramente il riferimento non è solo all’estremismo ucraino, ma è indiscutibile che questo possa giocare un ruolo importante, proprio in quanto potenziale soggetto collettore di risorse militari poderose. E si badi bene, che in tutto questo non conta più di tanto essere “schierati” con gli occidentali o col nascente blocco alternativo, visto che una serie di progetti eversivi avversano tanto gli uni, quanto gli altri. Se la stessa “americanissima” NBC, che ha liquidato più volte come mistificazioni le parole di Putin riferite alla denazificazione dell’Ucraina, scrive che “… sarebbe una pericolosa svista negare la storia antisemita dell’Ucraina e la collaborazione con i nazisti di Hitler, così come l’abbraccio degli ultimi giorni delle fazioni neonaziste in alcuni quartieri.”[41] Una ragione in più per preoccuparsene, discorso che vale anche per chi fa (o dovrebbe fare) informazione.


[1] open.spotify.com/episode/5jE7Um88995h333duBUJ9i

[2] www.micromega.net/battaglione-azov/www.opendemocracy.net/en/odr/rise-of-azov/www.rferl.org/a/azov-ukraine-s-most-prominent-ultranationalist-group-sets-its-sights-on-u-s-europe/29600564.html; www.thehindu.com/news/international/the-azov-battalion-the-neo-nazis-of-ukraine/article65239935.ece

[3] www.reuters.com/article/us-ukraine-crisis-azov-idUSKBN0ML0XJ20150325

[4] www.lindipendente.online/2022/03/13/denazificare-lucraina-il-reale-potere-dei-gruppi-neonazisti-sul-governo-zelensky/

[5] www.aljazeera.com/news/2022/3/1/who-are-the-azov-regiment

[6] www.balcanicaucaso.org/aree/Ucraina/Stepan-Bandera-l-eroe-criminale-che-divide-l-Ucraina-154127

[7] www.micromega.net/battaglione-azov/

[8] www.youtube.com/watch?v=9_1gb7TzLr4

[9] www.leccotoday.it/cronaca/vittorio-rangeloni-donbass-lettera-parlamento.html

[10] www.theguardian.com/world/2022/oct/02/pro-kremlin-neo-nazi-militia-inciting-torture-murder-ukrainian-prisoners; www.rferl.org/a/russian-neo-nazis-fighting-ukraine/31871760.html

[11] www.lastampa.it/blogs/2014/05/22/news/ucraina-se-il-nuovo-corso-filo-occidente-include-l-ultradestra-neo-nazista-br-1.37251588/

[12] Ne parla ampiamente L’Indipendente in questo pezzo: www.lindipendente.online/2022/03/13/denazificare-lucraina-il-reale-potere-dei-gruppi-neonazisti-sul-governo-zelensky/

[13] www.amnesty.org/en/latest/news/2014/09/ukraine-must-stop-ongoing-abuses-and-war-crimes-pro-ukrainian-volunteer-for/

[14] www.justice.gov/opa/pr/leader-neo-nazi-group-sentenced-plot-target-journalists-and-advocates

[15] it.wikipedia.org/wiki/Incendio_della_Casa_dei_sindacati_di_Odessa

[16] www.matrixedizioni.it/prodotto/perche-il-conflitto-e-nato_/

[17] www.repubblica.it/esteri/2022/03/25/news/azov_reggimento_battaglione_ucraina_kuharchuck-342747325/

[18] www.theguardian.com/world/2018/mar/13/ukraine-far-right-national-militia-takes-law-into-own-hands-neo-nazi-links

[19] www.ilfoglio.it/esteri/2022/04/13/news/ora-che-sta-per-soccombere-il-battaglione-azov-merita-solo-rispetto-3903511/

[20] edition.cnn.com/2022/03/29/europe/ukraine-azov-movement-far-right-intl-cmd/index.html

[21] www.lindipendente.online/2022/05/30/linternazionale-neo-nazista-sogna-il-potere-con-le-armi-della-nato/

[22] it.insideover.com/difesa/quanto-ha-speso-loccidente-per-sostenere-lucraina.html

[23] www.analisidifesa.it/2022/12/armi-fornite-allucraina-rinvenute-nel-sahel-e-in-nord-europa/

[24] op.europa.eu/webpub/eca/special-reports/ukraine-23-2021/it/

[25] memoriattiva.it/2020/12/30/viaggio-nella-rete-nera/

[26] www.youtube.com/@reconquista432

[27] www.agensir.it/quotidiano/2021/2/22/suprematismo-e-neonazismo-guterres-onu-minaccia-transnazionale-da-contrastare-con-azione-globale-concertata/; www.aljazeera.com/news/2021/1/26/un-chief-urges-global-alliance-to-counter-rise-of-neo-nazis

[28] ottawacitizen.com/news/national/defence-watch/canada-failed-when-it-trained-ukrainian-troops-linked-to-the-far-right-says-nazi-hunter

[29] thegrayzone.com/2020/03/26/canadian-conservative-party-bandera-canada/

[30] www.iskrae.eu/centro-dei-cacciatori-nazisti-attacca-canada-laddestramento-ai-neonazisti-ucraini/

[31] www.ilriformista.it/cose-the-base-il-gruppo-terrorista-neonazista-usa-scoperto-anche-in-italia-326459/?refresh_ce

[32] https://foreignpolicy.com/2019/11/01/congress-max-rose-ukraine-azov-terrorism/

[33] www.globaltimes.cn/page/202205/1265888.shtml

[34] espresso.repubblica.it/inchieste/2021/11/05/news/esclusivo_ecco_la_rete_dei_nazisti_italiani_pronti_a_combattere-325037056/

[35] www.jpost.com/Diaspora/Kiev-regional-police-head-accused-of-neo-Nazi-ties-381559

[36] jewishunpacked.com/can-ukraine-have-a-nazi-problem-with-a-jewish-president/

[37] www.politico.eu/article/volodomyr-zelenskiy-ihor-kolomoisky-the-comedian-and-the-oligarch-ukraine-presidential-election/

[38] www.youtube.com/watch?v=xGoqgcPWTck

[39] books.google.it/books/about/Il_settimo_milione.html?id=C4byAAAACAAJ&source=kp_book_description&redir_esc=y

[40] www.timesofisrael.com/brazilian-neo-nazis-recruited-to-fight-ukrainian-civil-war/; g1.globo.com/rs/rio-grande-do-sul/noticia/2016/12/operacao-combate-recrutamento-de-neonazistas-do-rs-para-ucrania.html

[41] www.nbcnews.com/think/opinion/ukraine-has-nazi-problem-vladimir-putin-s-denazification-claim-war-ncna1290946

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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