MATTEO SALVINI E JAIR BOLSONARO


Francesco Cecchini


Lo scorso dicembre a Marrakech, Marocco, 160 paesi, sui 193 che fanno parte dell’ONU, hanno hanno sottoscritto il Global Compact for Safe, Orderly and Regular Migration , il patto delle Nazioni Unite sulla migrazione. ll Global Compact stabilisce 23 obiettivi per rafforzare la migrazione legale e scoraggiare quella illegale. Il Global Compact non è vincolante e la messa in pratica dipende dai paesi che hanno aderito. L’accordo non è stato firmato dagli Stati Uniti, che Australia, Repubblica Dominicana, Austria, Lettonia e dei quattro di Visegrad, Ungheria, Polonia, Repubblica ceca e Slovacchia. L’Italia lo sottoporrà al Parlamento.
Attraverso il social network, il nuovo presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, lo scorso mercoledì ha contestato il Patto Globale sulla migrazione e confermato l’ uscita del Brasile, iniziando così le sue politiche anti-migratorie. Così ha affermato: “Il Brasile è sovrano per decidere se accettare o meno i migranti.” Nel messaggio ha anche spiegato che i nuovi migranti devono rispettare le leggi brasiliane e rispettare la loro cultura. “Chi viene qui deve essere soggetto alle nostre leggi, regole e costumi, così come cantare il nostro inno e rispettare la nostra cultura, non tutti entrano nella nostra casa, né nessuno entrerà in Brasile attraverso un patto adottato da terzi.” Così, Jair Bolsonaro ha ribadito l’effettiva uscita del Brasile dal Patto, e il Ministero degli Affari Esteri lo ha notificato all’ONU .

L’ accordo firmato a dicembre aveva avuto l’adesione del Brasile sotto la presidenza di Michel Temer. Da notare che l’Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica ha informato che gli immigrati costituiscono meno dell’1% della popolazione totale del Brasile che ha 209 milioni di abitanti. L’ uscita del Brasile dal patto migratorio non è una novità. Nella campagna elettorale per la presidenza, Bolsonaro aveva promesso che se vinceva avrebbe portato il Brasile fuori dall’ONU, definita inutile, un luogo d’incontro di comunisti e di persone che non hanno niente a che fare con l’America Latina.
In riferimento al Global Compact in Italia il vicepremier leghista Matteo Salvini aveva dichiarato a fine novembre : “L’Italia non andrà a Marrakech e non firmerà alcunché. Così come gli svizzeri, che il Global Compact lo hanno portato avanti fino a ieri, faremo noi. Il governo italiano non firmerà il Global Compact e l’Italia non prenderà parte al vertice di Marrakech. Il governo lascerà che sia il Parlamento ad esprimersi e a decidere cosa l’Italia farà o non farà su questo”. Costringendo Moavero, Ministro degli Esteri che lo scorso 21 novembre aveva affermato che pur con qualche riserva, che l’Italia avrebbe sottoscritto il documento delle Nazioni Unite sull’immigrazione, e il presidente del Consiglio Conte, che aveva detto : “Io resto favorevole, ma è giusto che decida il Parlamento”, a smentirsi. Lo stesso ufficio-stampa dell’ONU aveva diramato un comunicato affermando che Giuseppe Conte aveva confermato la firma dell’Italia, durante un incontro con il segretario generale dell’ONU, Antònio Guterres. Una figuarraccia d’incoerenza.
Comunque, a parte le contraddizioni interne al goverlo Lega – M5s, Salvini uomo di destra, comferma l’affinità di vedute con il fascista brasiliano Bolsonero, che aveva complimentato per la vittoria come presidente del Brasile.
Significativa, tra altre, la vicenda di Cesare Battisti. Il link con l’articolo in merito pubblicato da Ancora Fischia il Vento è il seguente:
https://www.ancorafischiailvento.org/2018/12/17/jair-bolsonaro-matteo-salvini-e-cesare-battisti/

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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