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A destare particolare stupore è il caso dell’enciclopedia Treccani che in stile propaganda anni ’50 riscrive la storia di Bakhmut: la cittadina conquistata dalle unità della Wagner nel maggio del 2023 sarebbe tornata immediatamente sotto il controllo ucraino già dal mese di luglio.

La Treccani riscrive la storia di Bakhmut

Liste di proscrizione, buoni contro cattivi, mostri, favole edificanti: la guerra in Ucraina in questi due anni è riuscita a spostare indietro la lancetta del tempo, riportandoci alla propaganda anni ’50.

La pervasività della disinformazione ha toccato apici che pensavamo fossero difficili da raggiungere, mescolandosi nella narrazione quotidiana delle nostre vite.

D’altronde, la definizione di propaganda non si basa sui mezzi utilizzati, ma sui fini. Una buona definizione è “l’attività di disseminazione di idee e informazioni finalizzata a indurre le persone a specifici atteggiamenti e azioni.”

E infatti, nel corso di questi anni, abbiamo visto come tutte le nostre indignazioni fossero state costruite metodicamente per sostenere il binomio guerra e propaganda, con il sistema mediatico ridotto a pubblicità progresso.

Come dimenticare i fact-checker di Wikipedia che hanno riscritto la storia della strage di Odessa, e poi riabilitato la figura di Stepan Bandera, che nelle loro schede diviene “divisiva” e a considerarlo nazista sarebbero solo i “filorussi”.

Ma se la grande “enciclopedia libera” di internet fa poco testo poichè teoricamente (solo teoricamente, basta ricordare la vicenda del professor Orsini svelata dal F.Q. ), chiunque può ottenere le credenziali e apporre modifiche nottetempo, a destare particolare stupore e, francamente, anche dispiacere, è il caso dell’enciclopedia Treccani, nella sua versione online.

Quella fondata nel 1925 da Giovanni Treccani con il nome di Istituto Treccani è da sempre un istituzione e un punto di riferimento della cultura scolastica di milioni di italiani.

Chiunque in questi anni si sia trovato a scrivere qualcosa, di qualsiasi genere, e fosse stato colto da un dubbio su una forma grammaticale, come su di un sostantivo o una nozione di storia o geografia, cercando l’informazione su internet alla comparsa della voce “Treccani” si tranquillizzava, sapendo che se quella cosa era scritta sull’enciclopedia allora era il “Verbo”.

Ma nulla è eterno. O meglio, la nostra comprensione delle dinamiche contemporanee, delle forme di utilizzo dei media, ha fatto scattare diversi campanelli d’allarme e dunque con sospetto approcciamo certe verità che ci vengono presentate con sospetta pompa magna.

Ed è con questo spirito che ci siamo imbattuti in una voce sulla Treccani che ci ha fatto strabuzzare gli occhi.

Parliamo di Bakhmut, o nella dizione russa Artëmovsk (Артёмовск). La cittadina ucraina è ormai entrata nella memoria storica dell’Europa in quanto il 21 maggio del 2023, dopo quasi un anno e mezzo di una delle più sanguinose battaglie combattute dopo la seconda guerra mondiale, cade in mano alle unità della famigerata Wagner. I mercenari guidati da Prigožin, al massimo della sua popolarità prima della rovinosa caduta e morte.

In quei giorni persino l’irriducibile Zelensky ammise la caduta della cittadina durante il G7 che si svolgeva a Hiroshima, dichiarando con tono solenne e malinconico che “Bakhmut esiste ancora solo nei nostri cuori”.

Orbene, sfogliando la nostra grande enciclopedia, alla voce Bakhmut, cosa leggiamo? Questo: “Nel corso del conflitto russo-ucraino esploso nel 2022 la città è stata sottoposta a ripetuti attacchi, divenendo epicentro dell’offensiva russa e della strenua difesa delle milizie ucraine, arrivando a essere controllata nel suo settore orientale dalle forze nemiche ed essendo riconquistata dall’esercizio ucraino nel luglio 2023.”

A scanso di future correzioni o sparizioni, qui c’è lo screenshot:

treccani

Scriveva Publio Cornelio Tacito: “Orribile quel tempo in cui bisogna sguainare la spada per affermare che la neve è bianca e l erba è verde.”

https://www.kulturjam.it/news/strane-distrazioni-la-treccani-riscrive-la-storia-di-bakhmut/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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